La recente vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon è già stata raccontata da ogni angolazione mediatica. Ma ciò che merita una lettura più profonda è ciò che lui stesso ha dichiarato subito dopo il trionfo, ricordando la sconfitta di Parigi:
“Alla fine non importa se vinci o se perdi, ma se capisci cosa hai sbagliato e ci lavori. Questo è esattamente quello che ho fatto ed è il motivo per cui ora stringo questo trofeo.”
Questa frase non è solo un messaggio motivazionale: è una sintesi perfetta del funzionamento dell’apprendimento umano e di un processo di crescita autentico, basato su:
- Apprendimento esperienziale
- Mentalità evolutiva (growth mindset)
Proprio per questo diventa importante approfondire questi aspetti.
Apprendere dall’esperienza: il modello di Kolb
Lo psicologo statunitense David Kolb definisce l’apprendimento esperienziale come “il processo attraverso il quale la conoscenza si costruisce tramite la trasformazione dell’esperienza”.
In questa prospettiva, la conoscenza non è un semplice accumulo di nozioni, ma nasce dall’interazione tra esperienza vissuta, riflessione personale e capacità di trasformare quella realtà per affrontare situazioni future in modo più efficace.
Ogni evento, ogni attività concreta, può diventare uno stimolo di apprendimento, a patto che venga elaborato attraverso un processo riflessivo.
Poiché la riflessione è profondamente soggettiva, Kolb pone l’accento sull’importanza del vissuto individuale.
Tuttavia, questo vissuto è sempre calato in un contesto sociale, il che implica un confronto continuo con gli altri e con l’ambiente.
L’apprendimento esperienziale non si esaurisce in un singolo momento, ma si sviluppa in modo continuo e ciclico.
Per questo Kolb parla di “ciclo dell’apprendimento esperienziale”, articolato in quattro fasi:
1. Esperienza concreta
2. Osservazione riflessiva
3. Concettualizzazione astratta
4. Sperimentazione attiva
Nel caso di Sinner, Parigi non è stato un punto d’arresto, ma un innesco riflessivo. Nel golf, dove ogni buca è un micro-laboratorio di decisioni e possibili errori, questa stessa dinamica può essere usata per costruire consapevolezza e crescita sportiva.
Dall’esperienza al cambiamento: l’importanza del mindset
Il ciclo dell’apprendimento, però, non si attiva da solo.
Serve un presupposto fondamentale: la disponibilità ad accogliere l’errore come parte integrante del processo.
Ne abbiamo già parlato in altri articoli, è vero. Ma alcuni concetti meritano di essere ripresi, rafforzati e riletti alla luce di nuove riflessioni.
Ciascuno di noi è in grado di affrontare le sfide e guardare ai propri fallimenti non come prove della propria inadeguatezza, ma come occasioni di crescita futura. Solo con questo tipo di atteggiamento possiamo interrompere il circolo vizioso del giudizio, della frustrazione e della rinuncia.
È qui che entra in gioco la teoria del growth mindset, sviluppata dalla psicologa Carol Dweck.
Secondo questa prospettiva, considerare le proprie capacità come statiche è una trappola psicologica che ostacola l’apprendimento e compromette il benessere emotivo.
Al contrario, credere che le abilità si possano sviluppare attraverso l’impegno, la riflessione e la pratica strategica, apre lo spazio a una vera evoluzione personale.
Per coltivare una mentalità di crescita è necessario:
• modificare l’approccio alla realtà e all’errore;
• innovarsi e mettersi in discussione, anche nelle proprie abitudini consolidate;
• accogliere realmente (e non solo a parole) ogni esperienza, anche negativa, come un’opportunità di apprendimento.
Il growth mindset è esattamente questo: la capacità di trasformare il fallimento in una leva evolutiva.
Ed è ciò che Sinner ha fatto, quando da Parigi ha tratto insegnamenti per Wimbledon.
Nel golf, la stessa dinamica vale per ogni colpo sbagliato, per ogni fairway mancato, per ogni green approcciato male: l’errore non è la fine. È il punto di partenza.
Nel golf, dove l’autovalutazione è spesso legata al punteggio, adottare una mentalità orientata al processo significa disancorare l’identità sportiva dal risultato immediato, favorendo una maggiore costanza mentale .
Nel golf, questo si traduce nella capacità di disancorare l’autostima dal risultato, di mantenere la lucidità in condizioni di incertezza e di trasformare l’instabilità emotiva in regolazione autonoma.
Jannik Sinner ci ha quindi dato una lezione che va oltre Wimbledon dimostrando che non è importante vincere oggi, ma capire oggi come potrai vincere domani.