“Full Swing”: Dahmen e Clark ci Insegnano come lo Psicologo può fare la Differenza

“È tutta una questione di testa!”

Quante volte abbiamo sentito questa frase, usata per spiegare il successo o il fallimento in qualsiasi ambito della vita, dallo sport al lavoro alle relazioni personali. 

Ma quanto c’è di vero?

Ce lo racconta molto bene  la serie tv  Full Swing nella sua seconda stagione, attraverso le storie di Joel Dahmen e Wyndham Clark.

Tu le conosci?

Nel mondo dello sport, la preparazione mentale è sempre più considerata un tassello fondamentale per il successo. 

Certo, la psicologia applicata allo sport ha fatto passi da gigante nell’aiutare gli atleti a gestire la concentrazione, l’ansia da prestazione, la motivazione ecc. Tecniche come la visualizzazione, il training autogeno e il biofeedback sono strumenti preziosi per ottimizzare le performance.

Ma la vera forza di questo approccio risiede nel non limitarsi alla mera gestione mentale in ottica di risultato. 

Un bravo psicologo dello sport non si occupa solo di “testa”, ma della persona nella sua totalità.

Ogni atleta è un universo complesso, intessuto di emozioni, relazioni e una storia personale che colora ogni aspetto della loro vita. Ignorare questa ricchezza di esperienze è come trascurare un tassello fondamentale del grande puzzle che è lo sport.

Osserviamo  la storia di Wyndham Clark, che ha scelto di affrontare con determinazione il percorso per gestire lo stress legato alla sua professione. Tuttavia, Clark non esita a condividere con noi che la sua vita professionale non può essere separata dalla sua esistenza al di fuori del campo. Per lui, essere un atleta non è solo una questione di performance, ma anche di essere autentico e integro in ogni aspetto della vita.

E poi c’è la toccante storia di Joel Dahmen. La sua brillante performance atletica subisce un brusco calo a causa del peso della nuova fama e del ruolo di nuovo genitore. Questi nuovi ruoli mettono a dura prova la stabilità personale ed emotiva di Dahmen, facendoci riflettere sul fatto che gli atleti sono esseri umani complessi, con tutte le gioie e le sfide che la vita può offrire.

Intrigante, vero?

Queste storie non fanno che confermare che gli atleti sono molto più di semplici esecutori sul campo da gioco.

 

Sono persone con una profondità e una complessità che meritano di essere comprese e rispettate. 

Sono persone con una storia che merita di essere raccontata ed ascoltata.

Ecco perché, dal mio punto di vista, è importante un lavoro a 360 gradi che integri la preparazione mentale con la cura del benessere psicologico dell’atleta.

Solo prendendosi cura della persona e della sua storia di vita della persona e della sua storia di vita si può creare una mentalità fertile per la crescita e il successo. 

Non si tratta di “tutto nella testa”, ma di una sinergia tra corpo, mente e anima.

Lavorare con uno psicologo dello sport non è un segno di debolezza, anzi è indice di grande maturità e consapevolezza. È un investimento sul proprio futuro, sia come atleta che come persona. 

Attenzione a non cadere nel tranello!

La psicologia dello sport, non è una disciplina riservata ai campioni. Le sue tecniche e i suoi insegnamenti possono essere applicati da chiunque, a prescindere dal livello di attività fisica svolta.

Quindi, la prossima volta che sentirai dire “tutta una questione di testa”, ricordati: la mente è solo un tassello del puzzle. La vera forza è nell’unione di corpo, mente e anima.

Vuoi saperne di più? 

@sport.psicogolfer

www.golfpsychology.it 


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