Che cos’è il demone del golf? Avere una passione è importante, ma avere il demone, sentirsi completamente appagati dal fare qualcosa, è ben altra cosa.
Ti stai chiedendo se la scelta di dedicare la tua vita al golf, al basket, al tennis o alla musica sia una scelta giusta? In fondo studiare e portare a casa una laurea non è poi così impossibile. Forse più semplice che entrare nel mondo dello sport di alto livello. Ma niente.
E’ come se qualcosa da “dentro” ti dicesse che è la scelta giusta.
Chi ha studiato filosofia, o ha letto qualche libro di crescita personale, si è imbattuto molto probabilmente nella figura del demone socratico, quella sorta di voce interiore, derivante direttamente da una divinità, che ti mette in guardia dal compiere determinate azioni.
Anche per Platone, attraverso il mito della ghianda, secondo il quale, esattamente come avviene per una ghianda che ha in sé la quercia cui darà vita, noi veniamo al mondo con un destino, che chiama paradigma.
Arrivando ai giorni nostri, James Hill, ne “Il codice dell’anima”, riprendendo l’idea di Platone , dice testualmente “Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di essere venuti vuoti. E’ il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino. Secondo Plotino (205-270 d.C.), il maggiore dei filosofi neo-platonici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima e corrispondenti, come racconta il mito, alla sua necessità.”
E che cos’è quindi il demone se non la tua anima? In fondo se ci pensi un attimo ciò che ti distingue da un sasso (oggetto inANIMAto) è l’essere ANIMAto.
L’anima è l’energia che ti fa muovere.
Senza anima, potresti essere una qualsiasi pallina da golf…
Riconnetterti alla tua anima, significa andare indietro nel tempo e tornare bambino. C’è sempre un momento nella storia di ognuno in cui il demone chiama.
“Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo “qualcosa” lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di un’annunciazione: ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere. Ecco chi sono.” (Il codice dell’anima – James Hillman)
Alla chiamata del destino spesso sembriamo però resistere, siamo confusi, non sappiamo riconoscere la nostra vocazione. Paura? Disistima? Pigrizia? Forse, semplicemente un’attesa necessaria al suo manifestarsi. Ma bisogna prestare attenzione ai segnali dell’infanzia. A volte sono improvvisi, a volte perfino contraddittori, ma solo in apparenza.
I paradigmi che ti sei costruito, le “etichette” che ti hanno appiccato negli anni, il volersi conformare alle mode della società, ti confondono, ma il tuo daimon è lì per ricordarti che devi compiere il tuo destino ed è lì a creare le condizioni stesse affinché accada. Facendoti incontrare le persone che devi incontrare, frapponendo nella tua vita anche gli ostacoli da superare perché necessari alla tua crescita per raggiungere ogni volta un livello superiore.
Le implicazioni pratiche della teoria della ghianda di Hillman sono che ognuno di noi è un essere unico ed irripetibile e come tale possiede una propria vocazione, propri talenti che lo distinguono da ogni altro essere vivente. Se siamo unici è quindi opportuno dedicarci ad aree specifiche che si adattano perfettamente alla nostra natura.
Sei sicuro di aver scoperto il tuo daimon e di stare ascoltando i suoi richiami?
Per capire se stai seguendo la tua anima, prova rispondere a questa semplice domanda: cosa ti riesce facile? Tutto ciò che fai spontaneamente da quando sei bambino, senza alcuno sforzo rivela ciò per cui sei nato. Se invece quello che stai facendo, studiando, o intraprendendo ti è di peso, non ti porta gioia ma disagi interiori, allora probabilmente non è la tua strada.
Fai attenzione, senza sforzo non significa senza impegno. Impegnarsi con passione in qualcosa che ci gratifica è ben diverso dall’ostinarci in un’attività che crea malessere o alienazione.
Se sei una ghianda non potrai che diventare una quercia, un giorno. Per quanto tu tenti di deviare il corso degli eventi o di forzare la tua natura, il tuo destino è di diventare una quercia. Niente altro che una quercia. E’ il tuo daimon – James Hillman