Come vivi la competizione sul campo da golf? Ti crea ansia l’idea di doverti confrontare con atleti migliori di te? Gareggiare con qualcuno che sai avere maggiori chance di successo, ti stimola o ti porta ad abbandonare la sfida?
Il golf è uno sport particolare per quanto attiene alla competizione. Infatti, la prima sfida da vincere è quella contro il campo.
Nel caso di gare match play, subentra la sfida diretta con un altro giocatore. E’ il caso, ad esempio, della Ryder Cup (ti consiglio di seguire gli articoli di Nicola Pomponi per aggiornamenti e storie in merito), ma anche di tante gare del settore giovanile.
Questa settimana, ad esempio, oltre 190 tra ragazzi e ragazze si sfideranno nei Campionati Nazionali Match Play a squadre sui percorsi del Golf Club Milano e del Golf Club Padova.
In queste gare la competizione assume un ruolo importante.
Alcuni studi effettuati nel 2016 dalla docente di psicologia Jillene Grover Seiver, hanno dimostrato come la presenza di un rivale possa portare ad un miglioramento delle performance. E’ sufficiente che il competitor sia poco migliore di noi, per portarci ad attivare lo spirito agonistico che contraddistingue la maggior parte degli sportivi.
Alcune volte accade che, invece di essere stimolati positivamente, gli atleti subiscano questo fattore, e ricadano nella condizione nota come ansia da competizione (Ong e Chua, 2021).
I sintomi più comuni legati a questo stato d’animo sono sia fisici, come battito cardiaco e respirazione accelerati o tensione muscolare, sia psicologici, come basso morale, paura di perdere, valutazione negativa dell’ambiente e scarsa autostima.
Questo sistema di sintomi è circolare e causa disagio nell’atleta, che si preoccuperà eccessivamente dei sintomi fisici, causati da quelli psicologici.
Per riuscire a gestire l’ansia da competizione, tra le modalità più efficaci che puoi mettere in pratica ti segnalo:
- la respirazione: ci sono varie tecniche di respirazione che, utilizzate nella giusta maniera, consentono di abbassare il battito cardiaco e riprendere il controllo della propria mente;
- il self-talk: imparare a parlarti nel modo giusto, utilizzando le parole migliori per riattivare la giusta produzione ormonale da parte del tuo cervello, può certamente riportati in controllo di te;
- la fiducia di sè: ritrova la fiducia nelle tue capacità, utilizzando le tecniche che ti consentono di vedere la situazione in modo più oggettivo possibile.
L’ansia da competizione può portare anche ad entrare in una condizione psicologica nota con il termine di choking. Si tratta di “una acuta e considerevole diminuzione nell’esecuzione di una skill quando gli standards aspettati sono normalmente arrivabili, che è il risultato di un aumento dell’ansia sotto pressione”.
In particolare, in questa fase l’atleta pare focalizzare tutta la sua attenzione su un particolare tecnico del gesto atletico, andando a bloccare l’azione naturale del corpo, che avendo ripetuto moltissime volte lo stesso gesto, lo conosce alla perfezione.
In questo caso può risultare particolarmente utile spostare il proprio focus su un compito minuzioso, in modo da dover mettere tutta la propria attenzione per svolgerlo. Può essere, in campo da golf, pulire i grooves con un tee, oppure nel tennis, sistemare le corde della racchetta.
Non esiste una formula magica per allontanare l’ansia da competizione, ma un allenamento mentale fatto con responsabilità e impegno può certamente fornirti gli strumenti per trovare la tua soluzione migliore.
E quando questa non arriva, ricordati che anche i migliori atleti al mondo sono vittime a volte delle tue stesse emozioni.
L’importante è imparare sempre qualcosa di nuovo, anche su te stesso.