Saresti pronto ad affrontare un’Olimpiade?

L’immaginario collettivo associa le Olimpiadi a un’apoteosi di eccellenza fisica e mentale.

Quando pensiamo ai Giochi Olimpici, la nostra mente corre immediatamente a un palcoscenico globale, dove gli atleti più talentuosi del mondo si sfidano per la gloria, rappresentando non solo se stessi, ma anche le loro nazioni.

Ma cosa si cela dietro una medaglia?

Quali sono i fattori psicologici che consentono ad un atleta di eccellere in un contesto così pressante?

Prepararsi per un evento di tale portata non richiede solo un allenamento fisico intenso e costante, ma anche una preparazione psicologica straordinaria. La pressione, il peso delle aspettative e la paura di fallire possono essere tanto impegnativi quanto le sfide fisiche, se non di più.

Il Mito della “Mente Olimpica”

Spesso si parla di “mente olimpica” come se fosse un dono innato, una sorta di superpotere mentale che permette agli atleti di affrontare la pressione e raggiungere risultati straordinari.

La realtà è più sfumata.

Proprio per questo, l’articolo di oggi vuole essere un’analisi psicologica della performance sportiva di alto livello, con il fine di far luce su quegli aspetti chiave che gli atleti non devono mai perdere di vista.

Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state un evento di grande importanza per gli atleti azzurri, un’occasione per dimostrare al mondo il frutto di anni di duro lavoro, sacrifici e dedizione.

Oltre a questo i nostri azzurri ci hanno insegnato molto sotto l’aspetto psicologico.

Due Performance, Due Principi di Psicologia Sportiva

1. Il “Qui e Ora” l’arma vincente

Battuta. Ricezione. Alzata. Schiacciata. Punto.

Poi, battuta. Ricezione. Alzata. Schiacciata. Fuori.

Azione dopo azione, le ragazze della pallavolo italiana, con il loro coach Julio Velasco, ci hanno mostrato come la vera grandezza non risieda solo nella vittoria finale, ma nella capacità di vivere intensamente ogni istante, di essere presenti, di dare tutto indipendentemente dall’esito.

Atleti di ogni nazione si preparano per anni, dedicando sudore, sacrificio e determinazione per un unico obiettivo: il podio. Eppure, chi vive solo con l’ossessione della medaglia rischia di perdere la vera essenza dello sport.

Le atlete azzurre hanno trasformato la pallavolo in una metafora della vita, insegnandoci che l’eccellenza non è solo un risultato, ma un modo di essere.

La loro filosofia?

“Ogni punto è l’ultimo, ogni azione è decisiva”.

Prendiamo esempio.

Spesso siamo troppo concentrati su ciò che non abbiamo, su ciò che ci manca, dimenticando di apprezzare ciò che già possediamo. Ci preoccupiamo del futuro e di un risultato, rimuginiamo sul passato, e intanto il presente ci sfugge tra le dita.

Ma è solo nel presente che possiamo agire e possiamo costruire colpo dopo colpo, la nostra vittoria.

« Concentrati su ciò che puoi controllare, nel presente, è ciò che ti permetterà di dare il meglio di te stesso ».

2. Oltre il Podio: la Gioia del Percorso

Ogni giorno siamo bombardati da storie di successo, da podi conquistati e da medaglie d’oro scintillanti.

Ma cosa succede quando non si arriva sul podio?

Cosa accade quando si dà tutto, ma si finisce al quarto posto o si viene eliminati?

Ricorderete tutti lo stupore di quella giornalista che, di fronte alla gioia di Benedetta Pilato per il suo quarto posto, non riusciva a comprendere.

“Ma come fai ad essere così felice?”, sembrava chiedere.
La domanda, apparentemente ingenua, in realtà tocca un punto cruciale: la nostra ossessione per il risultato, a discapito del percorso.

È facile pensare che il risultato finale sia l’unica cosa che conti.

Lo viviamo quotidianamente in campo e fuori dal campo, nei discorsi degli atleti e dei genitori. Nella rabbia furiosa e nelle lacrime post gara, nelle critiche che non aiutano a comprendere cosa significhi perdere.

Benedetta Pilato, con il suo sorriso raggiante, ha scelto di abbracciare il suo percorso riconoscendo il valore di ogni allenamento, di ogni gara, di ogni momento passato in acqua.

E questo, più di qualsiasi medaglia, è ciò che caratterizza il viaggio dell’eroe e che permette di migliorarsi e crescere ancora.

Non è quindi vera la frase: “Non è il viaggio, ma la destinazione”, perché non è né il viaggio né la destinazione, è ciò che si diventa durante il viaggio.

« Non lasciare che il risultato finale definisca il tuo valore ».

Ricordi la domanda iniziale: “Saresti pronto ad affrontare un’Olimpiade“?

Come avrai capito la risposta non sta nel numero di medaglie che puoi vincere, ma nella tua capacità di affrontare le sfide  sportive e della vita con la stessa mentalità vincente degli atleti olimpici.

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