Imagery: Visualizzare è già fare!

Nel silenzio che precede uno swing, nel respiro trattenuto prima di un putt decisivo, si gioca qualcosa di più di una semplice partita. 

Si gioca un dialogo interiore. Una sfida tra ciò che l’atleta vede fuori e ciò che riesce a sentire dentro. 

In questo spazio invisibile nasce il potere della visualizzazione: la capacità di vedere il gesto prima che accada, sentirlo, anticiparlo, fino a fondercisi dentro.

La visualizzazione: molto più di un trucco mentale

In psicologia dello sport, la visualizzazione (imagery) è un’abilità fondamentale: permette all’atleta di connettersi profondamente con il gesto atletico, al punto da attivare, anche solo immaginando, le stesse aree cerebrali che si attivano durante l’esecuzione motoria reale. In altre parole, immaginare è già fare. 

Secondo Kosslyn, Ganis e Thompson (2001), l’imagery è un’esperienza quasi-sensoriale e quasi-percettiva che si accende nel tuo cervello anche quando non c’è alcuno stimolo esterno a innescarla. 

E quanto è reale questa esperienza interiore? 

Talmente vivida che Conway (2001) la definisce “simil-esperienziale”. Non si tratta solo di vaghe figure nella tua testa. L’imagery è un’orchestra sensoriale completa: puoi vedere i dettagli, sentire le consistenze, ascoltare i suoni, persino odorare e gustare nella tua mente. E non finisce qui: queste immagini sono spesso cariche di emozioni intense e plasmate dalle tue credenze sul loro significato. 

In pratica, la tua mente non fa molta differenza tra “vedere” una palla da golf che finisce dritta in buca e immaginarla con tale intensità.

Ma non tutta l’imagery è uguale. Munzert e colleghi (2009) ci guidano attraverso due mondi distinti:

 

  • La Visual Imagery è come avere una telecamera interna puntata sul mondo esterno e sulla tua interazione con esso. Ti concentri su ciò che vedi: la traiettoria della pallina, la posizione del tuo corpo rispetto al green, la brezza che muove l’erba. È un’immagine nitida della scena e del tuo ruolo in essa.

 

  • La Motor Imagery, invece, ti catapulta dentro il tuo corpo. Non osservi il movimento, lo senti. Vivi la contrazione dei muscoli, la rotazione delle spalle, il trasferimento del peso. Sei il protagonista assoluto dell’azione, pienamente consapevole dell’agenticità dei tuoi movimenti.

Nel film “La leggenda di Bagger Vance”, un capolavoro che intreccia sport e filosofia, c’è una frase chiave che cattura l’essenza della visualizzazione:

“Dentro ogni colpo c’è uno swing perfetto… è tuo compito trovarlo.”

Non si tratta solo di tecnica, ma di ritrovare dentro sé stessi quella connessione autentica con il gesto, con il proprio “vero swing”. Quando il protagonista Rannulph Junuh riesce a “vedere il campo”, ogni dettaglio scompare, ogni distrazione si dissolve. Rimane solo la pura presenza del colpo, vissuto prima nella mente e poi sentito nel corpo.

Questa è visualizzazione: un allenamento alla presenza, una chiamata a vedere con chiarezza e a sentire ciò che si vuole realizzare, prima ancora che accada.

In psicologia dello sport il protocollo più utilizzato è il modello PETTLEP, creato da Holmes e Collins nel lontano 2001. PETTLEP è un acronimo che si riferisce alle componenti che si dovrebbero considerare ogni qual volta si utilizza la motor imagery, soprattutto nell’ambito sportivo. Questi sono: Physical (Fisico), Environment (Contesto), Task (Compito), Timing (Tempo di esecuzione), Learning (Apprendimento), Emotion (emozione), e Perspective (Prospettiva). 

Tale modello non è una semplice visualizzazione, ma un’esperienza immersiva che sfrutta il principio di “equivalenza funzionale”: far sì che la tua mente e il tuo corpo parlino la stessa lingua, che l’immaginazione diventi un vero e proprio allenamento invisibile. 

L’imagery e i suoi effetti

Le ricerche scientifiche dimostrano che gli atleti che integrano tecniche di visualizzazione nella loro routine:

  • migliorano la precisione del gesto tecnico
  • riducono l’ansia pre-gara
  • aumentano la fiducia in sé stessi
  • favoriscono il recupero dagli infortuni
  • migliorano la concentrazione e la coerenza delle prestazioni

La visualizzazione si rivela uno strumento che ci allena alla presenza, affina la nostra capacità di sentire e percepire, e ci connette con il nostro potenziale più autentico. 

Ma allora, in un mondo sempre più orientato all’azione e al risultato tangibile, quanto spazio e valore siamo disposti a concedere a questo allenamento interiore, a questa silenziosa ma potentissima arte di “vedere” prima di “fare”?

 

#samanthabernardi

#golfpsychology


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