Per decenni, il mantra è stato: “Volere è potere”. Ma cosa succede quando la ‘voglia di vincere’ si scontra con la dura realtà di un allenamento estenuante, una sconfitta inattesa o la fatica della routine?
L’emozione svanisce.
La verità, emersa dalla psicologia dello sport e dalle neuroscienze, è che il vero motore del successo duraturo – non solo di un singolo giro fortunato – non è l’obiettivo finale (la vittoria del torneo o l’handicap a una cifra), ma l’amore e l’impegno maniacale per il processo che porta ad esso.
Molti atleti possono essere inizialmente guidati dalla motivazione estrinseca (ricompense, lodi, trofei). Questo è umano, ma è anche il terreno fertile per alimentare una maggiore fragilità mentale.
Il rischio è quello di sviluppare un’approccio Result-Oriented Mindset: Quando la tua autostima è legata al punteggio finale (il risultato), ogni errore – un drive finito nel bunker, un chip corto – viene percepito come un fallimento personale catastrofico. La paura di fallire si manifesta a livello fisiologico: il battito cardiaco aumenta, la respirazione si fa superficiale, la muscolatura si irrigidisce e la corteccia prefrontale, responsabile delle, viene inondata dall’amigdala, la sede della paura. Il risultato? Un errore ne genera un altro in un circolo vizioso.
L’Impatto sul Long-Game: La ricerca (es. Harwood & Thrower, 2011) indica che gli atleti guidati unicamente dalla ricompensa sono più propensi a bruciarsi (burnout) e a perdere la costanza nell’allenamento. Ecco quindi che diventa cruciale alimentare e sviluppare una motivazione intrinseca.
La motivazione estrinseca spinge a un picco. Quella intrinseca assicura la costanza e la capacità di superare le difficoltà, elementi sine qua non per il successo a lungo termine.
La Peak Performance è una Preparazione, non un Lampo
Il golfista di successo, quello che gestisce la pressione con apparente calma olimpica, non è indifferente alla vittoria, ma è mosso dalla motivazione intrinseca. Lui si allena per la padronanza (Mastery), non per la classifica!
La leggendaria “prestazione perfetta” nota come Peak Performance o Flow non è frutto del caso o di una magica ispirazione dell’ultimo minuto. È il risultato inevitabile di una preparazione meticolosa che coinvolge sia il corpo che la mente.
- Concentrazione vs. Processo: Chi vuole solo vincere si concentra sul risultato. Chi vuole prepararsi a vincere si concentra sul feedback immediato e sui micro-miglioramenti di ogni sessione. Questa focalizzazione sul “qui e ora” è il fondamento dello stato di Flow (Csikszentmihalyi), dove l’atleta è totalmente assorbito nel compito, senza distrazioni dovute a pensieri sul passato o sul futuro.
 - L’Allenamento Mentale come Prerequisito: La preparazione alla vittoria non è solo sollevare pesi, è costruire resilienza. Tecniche di psicologia dello sport non sono “extra”, ma fasi essenziali dell’allenamento che migliorano l’autoefficacia percepita. Un atleta che si prepara mentalmente non spera di vincere, è convinto di potercela fare perché ha già simulato mentalmente il successo centinaia di volte.
 
Il Tuo Prossimo Obiettivo: Innamorati della Preparazione
Smetti di concentrarti sulla “voglia di vincere” – è un’emozione volatile. Concentrati invece sulla “voglia di prepararsi a vincere” – è una strategia, un sistema scientificamente provato.
Come?
Ecco qualche consiglio:
- Ridefinisci la Vittoria: La tua vittoria quotidiana non è il risultato finale, ma l’esecuzione perfetta di una singola azione nell’allenamento o nel lavoro.
 - Coltiva l’Intrinseco: Trova il piacere nel processo.
 - Pianifica il Fallimento: I campioni vedono la sconfitta non come un’invalidazione, ma come un feedback cruciale per aggiustare il tiro. La preparazione a vincere include la preparazione a imparare dal non-vincere.
 
Cosa ne dici, sei pronto per il cambiamento?