Stato di flow. Alla ricerca della felicità, anche in campo. Argomento a me molto caro, ancora di più in questo momento. Pochi giorni fa ci ha lasciati il suo ideatore, Mihály Csíkszentmihályi.
Sue, tra le tante, le pubblicazioni “FLOW. Psychology of optimal experience”, “Finding Flow: The Psychology Of Engagement With Everyday Life”.
A settembre 2020 ho avuto l’opportunità di ascoltarlo durante la partecipazione ad un evento organizzato da The Inner Game Institute®, per celebrare i 50 anni di “Learning from experience”, il metodo di Timothy Gallwey, meglio noto come Inner Game®.
Tra i tanti ospiti che si sono susseguiti, l’intervento di Mihály, in una sorta di intervista e confronto con Tim, è stato per me assolutamente il più entusiasmante. Hanno chiacchierato di ciò che li ha legati per tanto tempo: performance, divertimento e apprendimento.
Alla base dello stato di flow, come alla base del Gioco Interiore, stanno sempre e comunque il divertimento e l’apprendimento.
L’ideatore della teoria dell’esperienza ottimale, ha raccontato di come sia nato il flow. Studiando il comportamento delle persone, si accorse dell’importanza di essere messi di fronte a sfide che fossero stimolanti rispetto alle proprie competenze.
Infatti, quando le competenze sono in eccesso rispetto alla sfida da compiere, accade che subentri la noia.
Al contrario, quando il compito richiesto è eccessivamente complicato per le proprie abilità subentrano stress ed ansia, con tutte le note conseguenze sulla performance.
E’ quindi importante per vivere un’esperienza ottimale, che il nostro corpo e la nostra mente siano impegnati al massimo dello sforzo possibile.
Quali sono gli ambiti in cui si può vivere un’esperienza di flow? Tutti. Assolutamente tutti, dalla lettura di un libro, alla scrittura di una email di lavoro, dallo sport, allo svolgimento di faccende domestiche, alla costruzione di un castello di lego per un bambino di pochi anni.
Anche le cose più semplici, per essere fatte bene, richiedono attenzione e impegno.
Lo scopo della teoria di Csíkszentmihályi è quello di vivere l’intera vita godendo al massimo ogni momento, mettendo tutta l’attenzione possibile nel compito che stiamo svolgendo e cercando sempre di migliorare le nostre abilità, sfidandoci continuamente per essere ogni giorno la nostra versione migliore.
Allo stesso modo la teoria dell’Inner Game® si ripropone la medesima finalità: ottenere la nostra migliore performance, far emergere tutto il potenziale nascosto, attraverso la limitazione delle interferenze, ma ricordandoci che, alla base di una prestazione eccellente stanno sempre divertimento e apprendimento.
Ho conservato la registrazione di questo intervento, tra tutte quelle a cui ho avuto il piacere di assistere durante l’intera settimana dedicata alla performance e all’Inner Game® perché è stato quello che mi ha emozionato di più: vivere la passione e l’intensità di questi due personaggi che con le loro intuizioni ci hanno fornito importanti chiavi di lettura per migliorare la nostra vita alla ricerca della felicità, non ha prezzo.
La mia scoperta era stata che la felicità non capita. Non è conseguenza della fortuna o del caso. Non la si può comprare con il denaro o ottenere per forza con il potere. Non dipende dagli eventi esterni, ma da come noi li interpretiamo. …(omissis)…..La frustrazione è una componente inevitabile di ciò che costituisce la vita. E quando alcuni dei nostri bisogni sono temporaneamente soddisfatti cominciamo subito a desiderare qualcos’altro. – Mihály Csíkszentmihályi.