Lo strano caso dello Scottish Open

(fonte thecourier.co.uk)

Lo strano caso dello Scottish Open

Nel bel mezzo della “guerra civile del golf”, definizione ovviamente data da un giornalista statunitense, si sta verificando una situazione singolare.

Qualche tempo fa abbiamo analizzato la nascita e lo sviluppo dell’Alleanza Strategica tra PGA Tour e European Tour (ora DP World Tour).

Uno dei passaggi più innovativi riguarda lo sviluppo dei tornei co-sanctioned.

Tra questi vi é lo Scottish Open, che dal 2017 fa anche parte delle Rolex Series.

Dalla corrente stagione, in occasione della sua quarantesima edizione, lo sponsor Genesis (sì, proprio lo stesso del Genesis Invitational, un classico del PGA Tour disputato sul percorso del Riviera Country Club) sarà il nuovo title del torneo.

Oltre all’aumento del montepremi, il co-sanctioning comporta la suddivisione 50 e 50 tra i due Tours dei posti disponibili per i giocatori.

E qui nasce il caso.

Il PGA Tour giovedì ha ufficializzato la sospensione dei giocatori che stanno partecipando all’evento inaugurale della Saudi Super League, estendendola già anche a tutti gli altri giocatori che prenderanno parte ai prossimi tornei della Lega (Bryson DeChambeau e Patrick Reed, per fare due esempi).

Dal canto suo, il DP World Tour non si é ancora espresso in merito, non avendo inviato alcuna comunicazione ai suoi membri.

Alcuni giocatori hanno la carta su entrambi i Tours, e quindi, al momento,  si trovano nella singolare posizione di essere esclusi dallo Scottish Open in quanto membri del PGA Tour, ma di avervi libero accesso in quanto giocatori del DP World Tour.

Un portavoce del DP World Tour ha dichiarato:

“Attualmente stiamo valutando la situazione complessiva e chiariremo la nostra posizione circa il Genesis Scottish Open prima della chiusura delle iscrizioni (giovedì 23 giugno, NDR)”.

Si percepisce un senso di inevitabilità in tutto questo.

Quando torniamo a parlare di golf (e basta)?


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