Houston, abbiamo un problema
Mai come in questo caso la frase che ha reso celebre la missione Apollo 13 é stata più calzante.
In questo momento ho addirittura l’impressione che i risultati dei tornei siano passati in secondo piano e, considerando che sono stati già disputati tre dei quattro Majors stagionali, trovo la cosa veramente singolare.
Attualmente passiamo le giornate tra:
1) annunci di giocatori che cambiano “casacca”;
2) annunci di sanzioni e divieti di partecipazione ai tornei da parte di Commissioners/CEO dei Tours;
3) annunci di nuove formule e/o variazione di calendari e/o di nuove sedi di tornei e/o di aumenti di montepremi;
4) dichiarazioni di giocatori che criticano gli annunci degli altri giocatori e/o gli annunci dei Tours;
5) dichiarazioni di Commissioners/CEO che criticano gli annunci di altri Commissioners/CEO.
Siamo passati dal chiedere all’amico “chi é in testa al Travelers Championship?” a “chi é passato alla LIV?” o “chi é stato sospeso dal PGA Tour?”
Tutto questo non é normale.
Siamo testimoni di un cambiamento epocale nel mondo del golf professionistico, e ovviamente l’elemento su cui si basa sono, inevitabilmente, i soldi.
La LIV Golf ha fissato montepremi a cui il PGA Tour non riesce ad avvicinarsi.
E qui nasce il problema.
Non potendo competere, il Board del PGA Tour ha scelto la via del muro contro muro, accusando i “ribelli” di avidità/ingratutidine/tradimento della patria e i Sauditi, che sostengono la LIV Golf, di violazione dei diritti umani e cospirazione.
Jay Monahan ha definito la LIV Golf una “minaccia irrazionale”.
Il DP World Tour, da parte sua, sta tenendo un atteggiamento teso a non scontentare nessuno che, alla lunga, rischia chiaramente di scontentare tutti.
E’ notizia di oggi la decisione, comunicata da Keith Pelley, di sanzionare con una multa da 100.000 £ i giocatori del Tour che hanno partecipato all’evento inaugurale della Saudi Super League al Centurion Club.
Ha anche ribadito loro il divieto di partecipare ai tornei co-sanctioned con il PGA Tour, cancellando i loro nominativi dalle entry list.
Lo ribadisco, tutto questo non é normale.
Il mondo dello sport professionistico moderno ha preso questa direzione da tempo, in tutti i settori.
Il post di uno statunitense in un gruppo FB che seguo é illuminante in questo senso.
Ha elencato i redditi medi degli atleti professionisti USA nelle varie discipline:
NBA 8.320.000 $
MLB 4.030.000 $
NFL 3.260.000 $
NHL 2.690.000 $
PGA 628.079 $
MLS 400.000 $
Ora, dato che il concetto di ingaggio non fa parte del golf professionistico (anche se i Sauditi ne fanno uso per “convincere” i giocatori a seguirli), l’unica voce che può riequilibare il divario é l’incremento dei montepremi, cavallo di battaglia della LIV Golf, che anche il PGA Tour ha fatto proprio.
Per quanto riguarda invece le problematiche addossate ai Sauditi circa il mancato rispetto dei diritti umani, é ancora un americano a ricordare che esiste una branch del PGA Tour che ha la sua base operativa in Cina, paese che presenta lo stesso identico problema.
Voglio fermarmi qui perché sapete già come la penso.
Ieri anche un grande campione ha espresso il suo pensiero.
Martin Kaymer, che ha aderito alla LIV Golf, ha dichiarato a Sky Sports:
“Perché, vedete, nessun Tour é proprietario del gioco del golf, dobbiamo lavorare tutti insieme per definire lo scenario globale”
“Sono confuso circa il fatto che il PGA Tour ed il DP World Tour non abbiano voluto dialogare con la LIV Golf”
“Trovo molto difficile credere che non si possa trovare una soluzione insieme“.
Già.
Insieme.
Quando torniamo a parlare di golf (e basta)?