Dieci cose che ho imparato da Tony Finau

Lo sapete tutti ormai: sono dovuti trascorrere qualcosa come cinque anni, 142 tornei e decine di piazzamenti nei top 10, prima che Tony Finau prendesse in mano il suo golf meraviglioso e lo riaccompagnasse in buca per ricominciare a essere un winner stellare sul Pga Tour: prima vittoria nel micragnoso Portorico Open nel 2016; secondo successo, quello che lo ha fatto entrare di diritto nell’Olimpo del golf, solo nel 2021 nel megagalattico Northern Trust.

Nel mentre, ci sono stati una cinquina di figli, tanta attesa, molto lavoro, tonnellate di delusioni, migliaia di haters online e una fede illimitata.

Da due settimane, poi, alla lista di Big Tony si sono aggiunti altri due trofeo pesanti: i titoli back to back conquistati prima nel Maine, nel 3M Open, e poi in Michigan, nel Rocket Mortgage Classic.

In mezzo, una serie di record sbriciolati che non vi sto neppure a dire. E ora tutti a scoprire ciò che solo Finau e il suo fidocoachmentoreguruamico Boyd Summerhays sapevano: e cioè che Tony non era un piazzato di lusso, come tutti scrivevano e ripetevano, bensì un campione vero.

Ora, al di là delle statistiche e dei numeri che lasciano il tempo che trovano, permettetemi di stendere qui la mia personalissima lista di dieci cose che ho imparato osservando Tony nei suoi ultimi, strepitosi 14 giorni:

  • che nessuno può immaginare e prevedere la potenza reattiva di un fuoriclasse quando viene messo all’angolo: esattamente come Finau al termine di quei 142 tornei ingloriosi;
  • che il più grande errore che si possa commettere nella vita è continuare ad avere paura di sbagliare, perché, come ha dichiarato il samoano domenica sera, “un vincente è solo un perdente che non ha mai mollato”;
  • che difatti un uomo di talento non commette sbagli, perché i suoi errori sono l’anticamera della scoperta della sua grandezza;
  • che tutte le persone hanno dentro di sè una spinta a fare meglio e a fare di più: bisogna solo aver il coraggio di andarla a cercare, quella forza: Tony docet;
  • che per andare avanti nonostante tutto, bisogna saper credere che qualcosa di straordinario possa sempre accadere (e in Finau quella fede è incrollabile);
  • che in un contesto di sconfitta, la capacità di fare un passo dentro il mondo dell’improbabile (due vittorie di fila di Tony sul Pga Tour? Impossibile, dicevano… NdR) è una ricchezza immensa;
  • che se nessuno ritiene che i tuoi sogni sono folli, allora non stai sognando abbastanza in grande;
  • che esistono due tipi di libertà: libertà da e libertà di. Nel caso di Finau, libertà da ciò che pensavano i detrattori, e libertà di credere in se stesso;
  • che in un mondo sempre più cupo, praticare l’arte del sorriso è assai salutare;
  • che aveva ragione Sant’Agostino quando ripeteva “Volo ut sis”. Perché voglio diventare ciò che sono dovrebbe essere lo scopo di ogni vita umana. Nel caso di quella di Big Tony… diventare un campione.

 


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