Nathan Kimsey, dal Challenge Tour al DP World Tour

(fonte thegolfhousebd.com)

Nathan Kimsey, dal Challenge Tour al DP World Tour

Ha dominato la stagione del Challenge Tour.

Oltre ad essersi assicurato la vittoria della Road To Mallorca. il ranking del Tour, ha vinto ancha la Grand Final disputata dal 3 al 6 novembre presso il Club de Golf Alcanada, a Mallorca.

Quindi, quello che é certo é che Nathan Kimsey la carta piena del DP World Tour per la prossima stagione se l’é meritata tutta.

Ma quello che mi ha colpito di questo ragazzo non é tanto il valore tecnico che ha dimostrato.

Nel corso delle interviste di rito, ha trasmesso un chiaro messaggio.

Kimsey accoglie favorevolmente lo scossone che la guerra tra i Tours ha dato ai piani alti del golf professionisico, ma ha mette in guardia circa la necessità di una “ricaduta favorevole”per garantire protezione agli scalini più bassi della scala che consente di accedere a quei piani alti.

“E’ un periodo complicato per il golf professionistico”

“Giocando sul Challenge non siamo stati coinvolti nelle discussioni ad alto livello, molti di noi non stanno da una parte o dall’altra”

“La situazione é agitata, ma non é una cosa del tutto negativa, perché significa che le persone sono concentrate nel tentativo di migliorare le cose”

“Ma é necessario essere attenti, per garantire il fatto che il miglioramento non si limiti all’aumento dei premi”

“La Grand Final del Challenge Tour é stata trasmessa in diretta televisiva per la prima volta, e cose del genere fanno bene allo sviluppo del golf”

“Mi piacerebbe vedere di più in televisione eventi di questo tipo, per seguire gli alti e bassi di qualcuno che sta lottando per conquistare qualcosa”.

Nathan Kimsey é arrivato al Tour maggiore seguendo il percorso fatto da tanti altri ragazzi.

Ha partecipato anche alle gare dell’EuroPro Tour, ed é dispiaciuto del fatto che abbia chiuso i battenti dopo venti anni.

Sa che ciò può contribuire al restringimento del percorso che consete di accedere ai Tours maggiori.

“Ci sono un sacco di ragazzi che hanno il talento per andare avanti, ma hanno bisogno di quel percorso”

“E’ bellissimo poter giocare per montepremi più alti con ragazzi che sono tra i primi 50 al mondo e discutere della differenza tra premi a sei, sette o otto cifre, ma là fuori ci sono altri ragazzi che stanno provando a cominciare o far ripartire la loro carriera giocandosi premi che non sono neanche a cinque cifre”

“E’ necessario che ci sia un qualche tipo di ricaduta favorevole verso la fascia inferiore del golf professionistico, per garantire un percorso sostenibile per farcela”

“In caso contrario, il rischio é di perdere giovani giocatori per l’impossibilità di progredire”.


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