Motivazione e procrastinazione in campo da golf.

Motivazione procrastinazione in campo da golf. Parliamo delle funzioni volontarie del tuo cervello, quelle che puoi regolare, apprendere e migliorare a tuo piacimento.

Semplificando al massimo, si può dire che il cervello è costituito da una parte che è deputata al regolamento delle funzioni nervose autonome (ad esempio pressione arteriosa, respiro, circolazione sanguigna) e una che è invece sotto la tua volontà.

Esiste una sorta di “pannello di controllo”, dal quale puoi regolare le funzioni volontarie del tuo cervello, come la motivazione, l’attenzione, l’apprendimento, l’immaginazione o l’emotività. 

Queste, per loro natura, richiedono una cascata di volontarietà.

Senza motivazione, è difficile mantenere l’attenzione. Senza attenzione, è ostacolato l’apprendimento. Senza apprendimento, non si alimenta la conoscenza. Senza una conoscenza dinamica, l’immaginazione non vola. Senza immaginazione, non si può tentare – e gli ostacoli non mancano – di prendere decisioni razionali o di risolvere i problemi più difficili.” (Cervello – Manuale dell’utente – Marco Magrini – ed. Giunti).

Ti sarà utile allenare la disciplina (ti lascio il link all’articolo), visto che tutte queste attività dipendono solo dalla tua volontà.

Come ti dicevo, la buona notizia è che tuttte queste funzioni sono sotto il tuo controllo; puoi quindi decidere di perfezionare o migliorare qualsiasi aspetto del tuo pensiero.

Anche quest’ultimo, opera su due sistemi cerebrali paralleli: uno velocissimo e istintivo, che si basa sulle strutture del cervello “rettile” (cervelletto e amigdala), e uno lento e riflessivo, che si affida alla neurocorteccia. 

Ti sarà capitato di essere in vantaggio durante una gara e di finire il giro buttando tutto alle ortiche.

Cosa succede nella tua testa?

Sintetizzando, la neurocorteccia, ti dice che devi continuare a giocare fino alla fine; ma l’amigdala e il cervelletto, ti sussurrano che  puoi accontentarti.

Riconosci in questi due atteggiamenti da un lato l’ambizione, dettata da una forte motivazione, e dall’altro la paura di rischiare, che si traduce in procrastinazione?

Come fare allora ad ingannare il cervello “rettile” sfruttando gli stessi meccanismi che lo fanno funzionare?

La prima strategia che puoi utilizzare è attivare i circuiti dell’emozione, per accendere la motivazione; ricordare esperienze felici del passato, parlarti ad alta voce per “caricarti” positivamente.

Un altro stratagemma che può venirti in aiuto è dividere il lavoro in blocchi. In particolare, sembra che così il cervello abbia l’impressione che tutto sia più semplice.

Puoi allora stabilire degli obiettivi frazionando le 18 buche in 3 gruppi da 6.

Questa modalità ha inoltre il vantaggio di offrirti la possibilità di ottenere una ricompensa, ed attivare quindi la produzione di dopamina, l’ormone che produce sensazione di piacere e ricompensa e che crea la motivazione a ripetere l’azione che l’ha provocata, più volte durante le 18 buche.

E’ vero che la tendenza di un cervello ad essere prevalentemente motivato o demotivato ha origine nella sua struttura e nell’insieme delle sue connessioni, ma è anche vero che il cervello è dotato di un elevato grado di plasticità, caratteristica che gli consente di modificarsi costantemente.

Resta quindi nelle tue mani il potere di allenare la motivazione, ricordandoti di pensare in modo utile, pianificando le azioni che vuoi compiere, utilizzando le emozioni derivanti dai ricordi, le ricompense e non accettando di lasciarti trascinare dalla demotivazione.

Stay hungry, stay foolish – Steve Jobs


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