Cosa ricorderò del Masters Tournament 2023

Cosa ricorderò del Masters Tournament 2023

Secondo gli auspici, l’edizione 2023 del Masters avrebbe dovuto essere caratterizzata dalla discordia.

Il ritorno dei giocatori LIV sarebbe stata, secondo l’opinione generale, foriera di tensioni, in campo e fuori.

E invece no.

Il vero protagonista del Masters Tournament 2023 é stato il meteo.

Nelle giornate di venerdì e sabato una tempesta ha colpito l’Augusta National, arrivando a provocare la caduta di tre degli imponenti pine trees che caratterizzano il percorso.

(fonte nbcsports.com)

Ma sono altri gli avvenimenti di questa edizione che io ricorderò

Il corto circuito dell’OWGR

Analizzando la classifica finale del Masters, ed in particolare le prime cinque posizioni, noto una cosa alquanto singolare.

Il secondo classificato, Phil Mickelson, risulta occupare la 425ma posizione del World Ranking.

Il terzo, Brooks Koepka, é al 118mo posto.

La quinta posizione é occupata da Patrick Reed, che vanta il 70mo posto nell’OWGR.

Ora, due sono le possibità.

La prima é che il field del Masters Tournament fosse di scarso livello.

Questa possibilità la scarterei, per motivi a voi noti.

La seconda é che il Board dell’OWGR, temporeggiando sulla decisione in merito al riconoscimento delle gare LIV Golf ai fini del ranking, abbia fatto hara-kiri.

E questa mi sembra più verosimile, considerando che c’é già chi, addirittura, mette in dubbio la validità dell’utilizzo del World Ranking come criterio di qualifica per i Majors.

(fonte Facebook)

La vittoria di John Rahm

Dato che non mi piace dire “io l’avevo detto”, non lo dirò.

Ma tant’é.

Il nuovo numero uno del mondo sta giocando un golf quasi perfetto.

Nel 2023 ha disputato nove tornei, riportando, con quella del primo Major della stagione, quattro vittorie, un terzo posto ed un settimo posto.

Ad Augusta ha rimontato, lentamente ma inesorabilmente, lo svantaggio nei confronti di un Brooks Koepka che si é presentato in grande spolvero, che però nel quarto giro é andato in difficoltà (molti hanno sottolineato il fatto che é il sintomo del fatto che non é più abituato alle 72 buche, ma vorrei fare notare che ha fatto segnare tre birdies nelle seconde nove del giro finale, NDR).

Rahmbo consolida così, a mio parere, anche la sua candidatura al ruolo di leader del Team Europe.

Ma questo lo valuterà lo staff di Luke Donald.

Ultima nota, a cui tengo particolarmente, é che Rahm ha vinto il Masters nel giorno del compleanno di Seve.

Proprio come accadde per Sergio Garcia nel 2017.

La sofferenza di Tiger Woods

Questo é un argomento che mi rattrista.

Come sappiamo, Woods si é ritirato nella mattina di domenica, a causa della fascite plantare che non gli da tregua, e che lo ho fatto soffrire per tutto il Masters, come lui stesso ha dichiarato (praticamente ha passato il 23mo taglio di seguito ad Augusta giocando su una gamba sola, come é costretto a fare, ora come ora).

Ora, la domanda che mi faccio da tempo é: cosa deve succedere ancora perchè l’uomo che ha cambiato il golf professionistico moderno possa dignitosamente abbandonare le competizioni del PGA Tour?

Il passaggio sullo Swilcan Bridge a St.Andrews sarebbe stato il momento perfetto, il coronamento di una carriera memorabile.

Ma no.

Il PGA Tour, i media, sponsors e tifosi lo vogliono in campo.

Woods ha dichiarato che non userà il cart fino a che non giocherà sul PGA Tour Champions.

Quindi, nei pochi tornei che giocherà in questa stagione, continuerà ad andare a piedi.

Ma dopo averlo visto zoppicare, stringendo i denti per il dolore, sotto la pioggia di Augusta, a nessuno é ancora venuto in mente di stringergli la mano e dirgli:

“Grazie per tutto quello che hai fatto, Tiger; ora riposa e goditi lo spettacolo”.

Il diritto di uscire di scena con onore se lo é guadagnato.

Da tempo.


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