Volano gli stracci tra i campioni

Non è trascorso molto tempo da che una corte di giustizia londinese ha fatto un pizzico di chiarezza in più all’interno della querelle tra il circuito LIV e il DP World Tour, di fatto impedendo con la sua sentenza ai giocatori passati al lato saudita di prendere parte ai tornei del Vecchio Continente, che i bollenti spiriti dei “leoni” britannici hanno già vivacemente ricominciato a ruggire.

La giungla del confronto, come ormai spesso accade, è stata Twitter, dove nei giorni scorsi se ne sono dette (anzi, scritte) di belle i connazionali Eddie Pepperell, fedele allo European Tour, e il veterano Richard Bland, firmatario del LIV.

Il motivo? Banale, tutto sommato, ma si sa, nei tempi dell’internet è un attimo, anzi, un click, che da cosa nasca cosa e che l’incendio delle parole divampi online.

Il riassunto è questo: su Twitter Bland raccontava entusiasta dell’ultimo torneo del circuito saudita tenutosi ad Adelaide, dove era stata organizzata la cosiddetta “Party Hole”, nella quale il pubblico si poteva letteralmente scatenare al passaggio dei giocatori.

Il cinquantenne britannico, forse con la memoria un po’ arrugginita, scriveva sul suo account che non ricordava che un evento così divertente fosse mai stato organizzato in altri circuiti.

Apriti cielo!

Il tempo di un cinguettio, e Pepperell non mancava di farsi sentire, ricordando a Bland la ormai mitica buca 16 di Phoenix del Waste Management Open del Pga Tour; a quel punto, non contento, il veterano ribatteva allora che nei suoi lunghi 22 anni sul circuito, contro “il quarto d’ora” di carriera di Pepperell (cit.!)  non aveva mai visto nulla di così intrigante in Europa.

Punzecchiato sul vivo, Pepperell non tardava a ad affilare le armi, ricordando a Bland una per una tutte le iniziative adottate da tempo dal DP World Tour, come in Olanda, dove gli amateur sono chiamati a giocare all’interno del torneo un par 3 contro i campioni, o come in Portogallo con il GolfSixes, o in Danimarca con la Heineken Hole ecc. ecc.

Ma il duello non finiva qui. Assolutamente no.

Il bello infatti arriva ora, con il colpo finale inferto da Pepperell, che a fine cinguettio ricordava a Bland come sul suo palmares lui abbia già registrato due vittorie contro l’unica riportata dal suo collega più anziano. E tutto questo, aggiunge Eddie, nonostante lui sia sul circuito europeo da solo “un quarto d’ora” contro invece i 22 anni di Bland.

Colpito e affondato in men che non si dica.

Ora… La morale di tutto ciò? Che un tweet non basta scriverlo di impulso; piuttosto è sempre consigliabile meditarlo bene prima di postarlo. Magari anche solo per un quarto d’ora.


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