L’Open torna a Royal Liverpool

Inizia oggi la settimana dell’ultimo Major dell’anno. L’Open Championship torna per la tredicesima volta a Hoylake, storico links sferzato dal vento sul quale gli ultimi due campioni sono stati Tiger Woods nel 2006 e Rory McIlroy nel 2014.

Questo percorso, situato nella penisola di fronte alla città di Liverpool, è diventato celebre nel 2006 quando Tiger ha vinto il secondo Open di fila a meno di due mesi dalla morte del padre Earl. Le immagini del campo completamente giallo a causa della siccità e delle lacrime di Tiger dopo aver imbucato il putt finale hanno fatto il giro del mondo.

Nel 2014 invece a vincere è stato Rory McIlroy, staccando di due colpi Rickie Fowler. Quello è stato l’ultimo Major vinto da Rory, che dopo la vittoria allo Scottish Open della scorsa settimana proverà a conquistare di nuovo la Claret Jug dopo la delusione dello scorso anno a St. Andrews.

Il Percorso

Royal Liverpool è uno dei migliori Championship Links al mondo. Inaugurato nel 1869, è stato completamente ridisegnato da Harry Colt all’inizio del ventesimo secolo e negli anni successivi è stato modificato più volte per renderlo adatto alle nuove tecnologie dei bastoni. L’ultima modifica è stata la costruzione di un nuova buca 17, costruita in funzione dell’Open di questa settimana.

Il percorso è relativamente pianeggiante ma pieno di pericolose ondulazioni e di insidiosi pot bunkers. La minaccia principale del campo è il vento, che unito al terreno duro e veloce obbligherà i giocatori a prestare estrema attenzione alla strategia di gioco. Nella vittoria del 2006 Tiger ha usato il driver una volta sola nell’arco delle 72 buche; questo perché tirare un tee shot in un bunker o nel lato sbagliato del fairway in molte buche equivale a perdere un colpo.

La nuova 17

La nuova buca 17, progettata da Martin Ebert, è stata pensata per aumentare lo spettacolo nel finale del torneo. È un corto par 3 di 123 metri, con un green piccolo e rialzato; la pendenza ad uscire e i due bunker rendono difficile attaccare l’asta anche con un ferro corto in mano. Data la corta lunghezza è una buca da birdie, ma è molto facile mancare il green e fare bogey anche per i migliori giocatori al mondo, soprattutto quando saranno sotto pressione a fine torneo.


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