Il dibattito sulla distanza nel golf è vecchio quanto il gioco stesso. Già a fine ‘800 si discuteva sul fatto che le nuove palle in gutta-percha andavano troppo lontane, e a inizio ‘900 ci vollero anni di discussioni prima che tutti accettassero l’uso degli shaft in acciaio nelle competizioni.
A cavallo tra anni ’60 e ‘70 le regole sulle palline erano diverse tra Stati Uniti, Gran Bretagna e resto del mondo, e solo nel 1974 le regole vennero unificate adottando una tipologia di palla che volava di meno.
Due settimane fa l’R&A e la USGA, le due organizzazioni che scrivono le regole del golf adottate in tutto il mondo, hanno annunciato un nuovo rollback della palla, ovvero un accorciamento della distanza massima di un tiro sotto determinate condizioni.
In poche parole, dal 2030 le palline da golf voleranno leggermente di meno.
Il problema della lunghezza
L’enorme avanzamento tecnologico degli ultimi 25 anni ha stravolto le sacche dei giocatori di tutto il mondo. Le teste dei drive sono triplicate in grandezza, i ferri e gli shaft vengono costruiti con tecnologie aerospaziali, e le palline raggiungono velocità enormi e si incollano al green dopo il primo rimbalzo.
Questo ha permesso al golf di diventare più facile e accessibile per i dilettanti, ma ha completamente stravolto il bilanciamento delle abilità tecniche dei professionisti.
I campi sono diventati talmente corti per i pro che un normale torneo del PGA Tour si è ridotto ad una gara di pitch&putt, e l’abilità necessaria nel tirare ferri lunghi al green è ormai secondaria.
Per questo motivo l’R&A e la USGA hanno avviato uno studio approfondito durato cinque anni sulle cause e gli effetti dell’aumento della lunghezza dei giocatori di golf.
I risultati principali di questo studio sono due:
- Ogni anno la lunghezza media dei giocatori del Tour aumenta di un metro, e non è proporzionale all’aumento della velocità della testa del bastone, ovvero alle doti fisiche del giocatore.
- L’aumento della lunghezza dei giocatori ha un effetto domino sui campi da golf, che sono costretti ad aggiungere tee e a spostare buche che sono diventate troppo pericolose, aumentando i costi di costruzione e di gestione, l’impatto ambientale e il tempo necessario per giocare 18 buche.
Fondamentalmente il problema esiste solo per una piccola percentuale di giocatori, e oltre all’impatto economico e ambientale, il problema è che la tecnologia ha stravolto e reso poco rilevanti molte delle abilità necessarie per eccellere nel golf.
Il nuovo regolamento sulle palline da golf
La conseguenza di questo studio è stata la proposta di una regola locale applicabile solamente alle competizioni di Elite. In questo modo i professionisti e i migliori dilettanti avrebbero giocato una palla a volo ridotto, e per i comuni mortali non sarebbe cambiato nulla.
Questa proposta è stata bocciata perché avrebbe introdotto una biforcazione tra il gioco dei pro e degli amateur.
Per ovviare a questo problema l’ R&A e la USGA hanno deciso di adottare una regola unica, che è quella annunciata due settimane fa e che entrerà in vigore nel 2028 per i pro e nel 2030 per gli amateur.
Il cambiamento principale è nella modalità con cui vengono testate le palline: se prima le palle sotto determinate condizioni non potevano volare più di 317 yard se colpite ad una velocità di 120mph, ora quella velocità è stata aumentata a 125mph.
Le palle quindi, che erano già regolamentate, voleranno leggermente di meno. Nello specifico un drive di 270 metri sarà più corto di circa 10 metri, un drive di 210 metri sarà più corto di circa 4 metri, e un drive di 180 metri perderà circa 2 metri.
Cosa cambierà
La buona notizia per la quasi totalità dei golfisti è che non cambierà nulla.
Chiunque faccia meno di 230 metri con il drive avrà un’inflessione talmente piccola che sarà difficile da notare. Basti pensare che una palla molto usata o ripescata da un lago vola già molto meno rispetto a quella che sarà introdotta con le nuove regole, e che un terzo delle palle in commercio ad oggi saranno ancora conformi dopo il 2028.
Per i giocatori più lunghi invece qualcosa cambierà, ma non abbastanza. Nelle buche più lunghe verranno giocati uno o due bastoni in più sul secondo colpo. Abbastanza per evitare che alcuni campi diventino troppo corti per ospitare Major nel prossimo decennio, ma non abbastanza per vedere Rory McIlroy tirare un ferro 5 di secondo ad un par 4.
Questo novità è la prima di una lunga serie di cambiamenti che avverranno nei prossimi anni, e la USGA ha annunciato che sta già studiando delle limitazioni alla dimensione della testa del drive.
Il golf è un gioco meraviglioso che si regge su equilibri delicati, e il compito dell’R&A e della USGA è quello di prendere decisioni per mantenere questi equilibri. Allo stesso modo in cui le racchette da tennis sono state disciplinate nel 2000 e le mazze da baseball in alluminio sono vietate, è ora che l’attrezzatura da golf torni ad essere giustamente regolamentata per rendere il gioco più avvincente e accattivante ad alti livelli, senza renderlo più difficile per i dilettanti.