LET, LPGA … Questo matrimonio non s’ha da fare

Un anno fa ho scritto un articolo sul progetto di fusione tra LET e LPGA, e del ruolo dei sauditi in tutto ciò.

A fine 2023 i membri del LET si sono riuniti per votare una potenziale fusione con LPGA, un accordo che era in preparazione da tempo con l’intento di dar nuova vita al circuito. La votazione, però, non c’è stata: all’ultimo minuto il board di LET ha cancellato la voce dall’ordine del giorno senza alcuna spiegazione.

Recentemente Golfweek è entrato in possesso di un documento inviato da Mollie Marcoux Samaan (Commissioner dell’LPGA) alle giocatrici nel quale emerge che Golf Saudi (una divisione del fondo pubblico saudita PIF) ha richiesto tutti i dettagli della fusione prima di confermare gli impegni finanziari per la stagione 2024 del LET.

Come noto, il fondo PIF è anche azionista di Aramco che sponsorizza sette eventi del LET per un montepremi complessivo di 11 milioni di dollari.

Non è difficile capire che una eventuale retromarcia di Golf Saudi e Aramco significherebbe seri problemi finanziari per il circuito europeo.

Per non perdere la fonte di quasi un terzo del montepremi totale della stagione, LET ha così dovuto abbandonare l’idea di una fusione con il maggiore circuito di golf professionistico femminile, tralasciando anche i potenziali benefici che ne poteva ricavare.

Tra LET e LPGA resta così in essere la joint venture sottoscritta nel novembre 2019 ed i progetti di una possibile futura fusione sembrano allontanarsi sempre più.

Non possiamo non pensare a quel bravaccio di manzoniana memoria che disse all’orecchio di uno spaventato Don Abbondio ‘Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai’. Alla fine Renzo e Lucia si sono felicemente sposati, ma quante ne hanno dovute passare…


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