Il WM Phoenix Open non è un torneo di golf come tutti gli altri. Ogni anno il TPC Scottsdale di Phoenix, Arizona, si trasforma in un festival del golf, un misto tra un Coachella e un Super Bowl.
Ogni febbraio, proprio durante la settimana del Super Bowl, oltre 700.000 spettatori si presentano su questo percorso che per l’occasione diventa un vero e proprio stadio. Le buche finali sono circondate da tribune, e in ogni angolo si può trovare un bar pronto a spillare una birra fresca.
Ieri sera il torneo è stato vinto da Nick Taylor dopo un playoff, ma come sempre i veri protagonisti della settimana sono stati i fan.
Molti si presentano sugli spalti con cartelli e travestimenti strani, e gli alcolici scorrono a fiumi dalle prime ore del mattino, tanto che nella giornata di sabato gli organizzatori hanno dovuto interromperne la somministrazione perché “la folla era diventata ingestibile”.
Il simbolo di questo torneo, pubblicizzato come: “ The Greatest Show on Grass”, è la buca 16, la Stadium Hole. Questo par 3 di 150 metri è circondato completamente da tribune e spalti che possono ospitare più di 20.000 persone.
Anche i giocatori spesso si lasciano andare al clima di festa quando varcano l’ingresso dello stadio della 16: alcuni indossano maglie della propria squadra del cuore, altri bevono birre lanciate dagli spalti, e molti altri incitano il pubblico ad alzare il volume durante il proprio tee shot.
I cartelli “silence please” qui non vanno molto di moda…
Tra i momenti indimenticabili di questo torneo c’è anche un pò di Italia: nel 2015 Francesco Molinari ha fatto hole in one, mandando il pubblico in delirio.
Evoluzione della Stadium Hole
La 16 del TPC Scottsdale oggi è molto diversa da come era nel momento in cui è diventata famosa per la prima volta.
Nel 1997 un giovanissimo Tiger Woods fece un’indimenticabile hole in one. Nel video la buca è irriconoscibile, non c’è nessun tipo di tribuna e il pubblico, già allora numeroso, è disposto sulle colline alla destra del par 3.
Dall’anno dopo iniziano a vedersie le prime tribune, ma è nel 2003 che inizia a comparire l’idea di circondare la buca come in uno stadio.
La stadium hole prende finalmente forma nel 2008, con tutti i lati della buca composti da spalti e tribune.
Come da tradizione, quando gli americani trovano qualcosa che funziona la fanno in grande: da quell’edizione in poi ogni anno gli spalti vengono ingranditi e migliorati, e lo scorso sabato si stima fossero presenti 28.000 spettatori solo alla 16.