Ernie Els: “Non avere vinto il Masters mi lascerà per sempre l’amaro in bocca”

Ernie Els: “Non avere vinto il Masters mi lascerà per sempre l’amaro in bocca”

Ernie Els é stato il mio primo idolo golfistico.

Quando ho iniziato a giocare a golf, ho anche cominciato a seguire in televisione le gesta dei professionisti.

A quei tempi, ormai abbastanza remoti, il golf professionistico era trasmesso de Tele+, e proprio lì ho visto per la prima volta quest’uomo di quasi due metri di altezza che colpiva la palla con una semplicità ed una morbidezza disarmanti.

Ed é proprio dal suo swing che deriva il soprannome di “The Big Easy”.

Ernie Els é stato inserito nel 201i nella World Golf Hall of Fame.

A quell’epoca aveva vinto tre dei suoi quattro Majors: lo U.S. Open nel 1994 a Oakmont e nel 1997 al Congressional e l’Open Championship del 2002 a Muirfiled.

Il quarto sarebbe arrivato nel 2012, di nuovo l’Open Championship sul percorso del Royal Lytham & St.Annes.

Nel suo palmares mancano il PGA Championship ed il Masters Tournament.

In una recente intervista rilasciata a Golf Monthly, che ha spaziato lungo tutta la sua carriera, una domanda si é concentrata sul suo annus horribilis.

Il 2004, a detta di Els, é stato uno degli anni in cui ha giocato il suo golf migliore.

Ha avuto la possibilità di giocarsi la vittoria in tutti e quattro i Majors, ma non ne ha vinto neanche uno.

Ma non ha dubbi sulla delusione più grande:

“Fanno tutti un pò male, ma non avere vinto il Masters mi lascerà per sempre l’amaro in bocca”.

Nell’edizione 2004, il sudafricano si presento sul tee della 1 del quarto giro in quarta posizione a pari merito a- 3.

Chiuse il giro con un 67, secondo migliore score di giornata, che lo proiettò in testa con due colpi di vantaggio su K.J. Choi.

Da leader in clubhouse attese l’arrivo di Phil Mickelson che stava girando due colpi sotto par, con la buca 18 da giocare.

Sappiamo che Holly é una buca da non prendere sotto gamba, il bogey é dietro l’angolo,

Ma Phil Mickelson esagerò, realizzando un birdie con un putt da 5 metri che lo fece entrare nella storia e gelò il sangue nelle vene a Els.

(fonte Augusta.com)

Els ha continuato:

“E’ un evento così affascinante, così prestigioso, e vuol dire tantissimo, ma quel giorno ha vinto il giocatore migliore”

“Sono arrivato secondo dietro Phil, giocando uno dei miei giri migliori in quella domenica, imbucando putts sotto pressione e facendo diversi birdies sulla seconde nove”

“E’ stato molto doloroso”.

Ernie Els ha preso parte per l’ultima volta al Masters nel 2017, e un paio di anni dopo dichiarò:

“Voglio essere onesto, quel posto non mi manca”

“Ne ho avuto abbastanza”

“Soprattutto nelle ultime cinque edizioni ho giocato in maniera terribile”.

Caro Ernie, da amateur posso capirti benissimo.

Le ferite che ti infligge il golf sono difficili da far rimarginare, come tutte quelle inflitte ad un innamorato.


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