Perché Augusta ha detto sì alla pallina depotenziata

Se la settimana scorsa anche i boss dell’Augusta National hanno detto sì al rollback della pallina, sposando di fatto il pensiero di USGA e R&A che dal 2028 obbligheranno i golfisti a draivare con una pallina depotenziata e con un nucleo più pesante, un motivo serio e concreto ci sarà. E, anche se a moltissimi giocatori non piace affatto la prospettiva di dover swingare in futuro con una palla che se la viaggerà di meno, basta dare un’occhiata a quello che è successo negli anni al percorso georgiano per avere un’idea di dove presto finirà il golf se sin da ora non si pone un limite ai missili balistici che ormai partono dai tee di mezzo mondo.

Per dire: per restare un test altamente competitivo, l’Augusta National è passato dalle 6925 yards del 1988, alle attuali 7510. In buona sostanza, negli ultimi trentasei anni il percorso è stato allungato di ben 585 yards, vale a dire di quasi 530 metri. Tradotto: oggi al Masters di Augusta c’è praticamente un par 5 in più rispetto al 1988.

Ora, restiamo nel 1988: in quell’anno vinse lo scozzese Sandy Lyle con un favoloso birdie alla 18, ottenuto dopo un altrettanto favoloso ferro 7 giocato pieno dal primo bunker di sinistra del fairway.

All’epoca la Holly, la buca di chiusura dell’Augusta National, era di “sole” 401 yards e Lyle coprì una distanza di 256 yards col drive (oggi moltissime proette tirano assai più forte NdR), per poi imbracciare il famoso ferro 7 da 145 yards.

E veniamo a oggigiorno: in questa edizione del Masters, la buca 18 era di 465 yards (e pure in salita) e moltissimi dei ragazzi in campo hanno tirato non più del ferro 8 al green pur draivando da 50 yards più indietro; per giunta, dal bunker di sinistra, per l’asta della domenica, identica a quella a cui mirò Lyle nel giorno del suo trionfo georgiano, moltissimi campioni hanno invece optato per un comodo ferro 9.

Non è dunque un caso se nel corso di questa edizione del torneo Fred Ridley, il chairman del club, ha dichiarato di non voler neppure pensare per il futuro a un’Augusta National di 8.000 yards, e dunque ben venga a una pallina meno performante dal tee, esattamente come vogliono USGA e R&A. E forse hanno davvero ragione loro.

 


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