Molti campi li ammiri per anni attraverso foto e video, immaginando come sarebbe affrontarli dal vivo. Poi arriva finalmente il momento in cui ti trovi davvero sul tee della 1, con il vento del nord sul viso e l’oceano a riempire l’orizzonte.
Per me il Lofoten Links è stato proprio questo: un campo che desideravo vedere da tempo e che è riuscito a superare ciò che mi aspettavo.
Golf sopra il Circolo Polare Artico
Il Lofoten Links si trova sull’isola di Gimsøy, nel cuore delle isole Lofoten, nel nord della Norvegia, più o meno al 68° parallelo nord, quindi sopra il Circolo Polare Artico. Qui il concetto di “luce” non è più lo stesso a cui siamo abituati: in estate il sole non tramonta mai per diverse settimane, mentre a fine stagione iniziano a comparire le prime aurore boreali.
Il campo è costruito su una lingua di costa affacciata direttamente sull’oceano, con alle spalle montagne appuntite e prati che sembrano finire in mare. È un contesto che, già solo come spettatore, vale il viaggio.
Dal punto di vista tecnico non stiamo parlando di un “campo qualsiasi” sperduto nel nord del mondo: il Lofoten Links è stabilmente inserito nella Top 100 dei campi da golf al mondo (posizione #66 secondo Golf.com) e compare nei migliori 5 campi d’Europa continentale nelle classifiche di Golf World e di diversi siti specializzati.
Non è solo bello: è considerato, a livello internazionale, una vera destinazione da intenditori.
Perché è un campo da #Bucketlist
Il Lofoten Links viene definito spesso come “golf at the edge of the world”. Non è solo una frase ad effetto: quando arrivi qui ti rendi conto che la combinazione di posizione, luce e disegno del percorso è qualcosa che difficilmente trovi altrove.
- È il campo a 18 buche più a nord del mondo.
- È un par 71 in stile links moderno, costruito seguendo la morfologia naturale del terreno.
- Sette green sono a ridosso della costa o affacciati direttamente sull’oceano.
- In estate puoi giocare 24 ore al giorno grazie al sole di mezzanotte.
La sensazione è quella di essere su un links scozzese catapultato in pieno Artico: niente alberi, niente “cornici” artificiali, solo rocce, erba, sabbia, mare e un vento che può cambiare la natura del campo nel giro di pochi minuti.
Per chi ama i campi iconici, è uno di quei posti che prima o poi vuoi assolutamente spuntare dalla lista.
Io ci sono arrivato con aspettative altissime. E il campo è riuscito comunque a sorprendermi.
Il percorso: prime tre buche sull’oceano
Il percorso parte forte. Le prime tre buche sono una dichiarazione d’intenti e ti fanno capire subito che qui il mare non è solo scenografia, ma parte del gioco.
Già dalla 1 sei affacciato sull’oceano, con il fairway che corre parallelo alla costa e l’orizzonte che si apre davanti a te. È il classico tee shot in cui ti viene naturale fermarti qualche secondo in più prima di giocare, giusto il tempo di realizzare dove sei.
Buca 2 – uno dei par 3 più belli al mondo
La buca 2 del Lofoten Links è considerata da molti uno dei par 3 più spettacolari al mondo. Le foto le avrete viste ovunque, ma dal vivo è un’altra storia.
Il tee è leggermente rialzato sopra il mare, mentre il green è incastonato tra gli scogli, con l’oceano che entra in gioco sia mentalmente che fisicamente. A seconda del tee che scegli, il colpo può essere un wedge carico di spin o un ferro pieno da controllare con il vento.
Se la metti in green, la soddisfazione è enorme. Se sbagli completamente linea, la palla finisce letteralmente in mare.
È una buca relativamente corta, ma è il tipo di colpo che resta nella memoria per anni e che, da solo, giustificherebbe il viaggio fin quassù. Non a caso viene citata in quasi tutte le recensioni internazionali dedicate al Lofoten Links.
Anche la 3 prosegue lungo la costa, con un altro colpo in cui l’oceano è sempre lì, sullo sfondo (o di lato, se tendete al miss largo…). È un opening stretch che, a livello scenografico, ha davvero pochi rivali.
Le buche centrali: dentro l’entroterra artico
Dalla 4 in avanti il campo inizia ad allontanarsi dalla costa e a risalire leggermente verso l’interno. Cambia il punto di vista, ma non cala il fascino.
Le buche centrali si sviluppano tra leggere ondulazioni, rocce affioranti, dislivelli naturali e tratti di brughiera che ricordano certi links britannici, ma con una luce completamente diversa.
Qui il vento si sente in modo diverso rispetto alla costa, i colpi da fairway richiedono attenzione nella scelta del bastone e spesso hai lie leggermente complicati su pendenze o piccoli avvallamenti.
Non è un campo “punitivo” nel senso classico del termine, ma è sicuramente un percorso che:
- ti chiede di pensare la strategia;
- ti costringe a accettare il vento come parte del gioco;
- premia chi sa controllare la palla bassa quando serve.
È un tratto di percorso in cui, mentre giochi, ti rendi conto di quanto sia particolare l’ambiente in cui ti trovi: da una parte vedi ancora l’oceano in lontananza, dall’altra sei circondato da montagne e rocce che sembrano arrivare dritte dall’era glaciale.
Il finale: ritorno verso il mar di Norvegia
Dalla buca 13 in poi il campo torna a cercare la costa e il mare rientra rapidamente in scena.
Le ultime buche sono un vero “gran finale” in stile links artico: di nuovo fairway affacciati sull’oceano, green vicini al bordo della scogliera, luce che – soprattutto nelle ore serali – cambia colore a ogni minuto.
Qui, più che in ogni altra parte del percorso, senti la sensazione di stare giocando davvero ai confini del mondo.
Chiudere il giro al Lofoten Links non è solo fare l’ultimo putt: è guardarsi indietro e ripensare a tutti i colpi giocati, ai panorami visti e a quanto sia stato particolare trovarsi con la sacca in mezzo a un paesaggio artico.
Quando andare: il periodo del sole di mezzanotte
La stagione di gioco al Lofoten Links va indicativamente da maggio a ottobre, con condizioni che cambiano parecchio a seconda del periodo.
Per un golfista italiano, ci sono due momenti chiave da valutare:
1. Fine maggio – metà luglio: il regno del sole di mezzanotte
In questo periodo il sole non tramonta mai. Da fine maggio a metà luglio il campo è aperto praticamente 24 ore su 24 e puoi prenotare tee time anche a mezzanotte, giocando in una luce dorata continua che non diventa mai buio.
È l’esperienza più estrema e, secondo me, il momento ideale per mettere il Lofoten Links in un golf trip:
- giochi quando vuoi, anche la sera tardi;
- la luce rende i panorami ancora più surreali;
- il meteo, pur essendo variabile, tende a essere più stabile rispetto all’autunno.
Se dovessi consigliare a un golfista italiano quando venire qui per la prima volta, direi senza dubbi: periodo del sole di mezzanotte.
2. Fine agosto – ottobre: golf + aurora boreale
Dalla fine di agosto in avanti, le notti ricominciano a diventare buie e inizia la stagione dell’aurora boreale. In questo periodo puoi combinare:
- golf di giorno;
- possibilità di vedere l’aurora la sera, magari direttamente dal lodge.
Le giornate sono più corte, il meteo può essere un po’ più complicato, ma l’esperienza complessiva è qualcosa che difficilmente si dimentica.
Lofoten Links Lodges e vita fuori dal campo
Una delle cose che ho apprezzato di più è la possibilità di dormire praticamente sul campo, nei Lofoten Links Lodges: strutture in legno in stile scandinavo, con grandi vetrate affacciate sul paesaggio artico e tutto quello che serve per vivere qualche giorno in modalità “golf retreat”.
Dai lodge si vede l’oceano, si percepisce il silenzio assoluto del luogo e, nel periodo giusto, è possibile ammirare anche l’aurora boreale direttamente dal divano.
Le Lofoten meritano di essere esplorate con calma. Dopo aver giocato al Lofoten Links, ho deciso di scoprire alcune delle zone più suggestive dell’arcipelago, seguendo un itinerario che consiglio a chiunque voglia vivere davvero questo territorio.
Il viaggio può iniziare da Henningsvær, uno dei villaggi di pescatori più caratteristici delle Lofoten. Qui si trova il famoso campo da calcio incastonato tra rocce e mare, un simbolo dell’arcipelago. Passeggiare tra le casette in legno e il porticciolo offre un assaggio autentico della vita locale.
Proseguendo lungo la costa si incontrano alcuni punti panoramici perfetti per osservare fiordi e montagne a picco sul mare. Una tappa consigliata è la chiesa di legno affacciata sull’acqua, immersa nel silenzio e nel verde, dove si percepisce quanto qui la natura detti ancora il ritmo delle giornate.
Tra le spiagge più spettacolari che ho visitato ci sono Skagsanden Beach e Ramberg Beach: sabbia chiarissima, acqua turchese e un contrasto netto con le montagne scure sullo sfondo. Sono luoghi che sembrano quasi irreali e che, al tramonto o con la luce artica più bassa, diventano perfetti per riprese panoramiche o semplici momenti di osservazione.
In uno dei porticcioli ho visitato un’esposizione sulla cultura dello stoccafisso, prodotto centrale della storia e dell’economia locale, e ho mangiato un fish and chips che ricordo come uno dei più buoni di sempre. Sono piccoli momenti, ma aiutano a comprendere davvero l’identità delle Lofoten.
L’ultima parte del percorso che ho seguito porta verso Reine e poi fino al villaggio di Å, letteralmente la fine della strada. Qui si percepisce la sensazione di essere arrivati davvero ai confini del mondo: poche case, un fiordo silenzioso e l’oceano che chiude ogni orizzonte.
È un itinerario ideale per chi, oltre al golf, vuole vivere il paesaggio artico in modo autentico, combinando natura incontaminata, cultura locale e una sensazione di isolamento che rende questo arcipelago unico.
Come arrivare dalle principali città italiane
Nel mio caso sono partito dall’Italia facendo scalo a Oslo e poi volo interno fino all’aeroporto di Evenes (EVE), che è uno degli scali consigliati ufficialmente dal club insieme a Svolvær. Da lì ho noleggiato un’auto e ho raggiunto il Lofoten Links seguendo le strade panoramiche tra fiordi e gallerie.
In estate esistono anche collegamenti diretti stagionali da alcuni aeroporti europei verso Evenes: per chi organizza un golf trip “solo Lofoten” può essere una soluzione molto comoda.
Una volta arrivati alle isole, il consiglio è semplice: prendetevi almeno 3–4 giorni pieni tra golf e esplorazione.
A chi lo consiglio
Il Lofoten Links non è un campo per chi cerca il classico resort mediterraneo con 36 buche, spa e vita notturna.
Lo consiglio a:
- golfisti italiani che amano i viaggi on the road;
- chi colleziona campi iconici e ama dire “io qui ci ho giocato”;
- chi cerca un’esperienza di golf immersa nella natura, lontano dal caos;
- chi è affascinato dall’idea di giocare sopra il Circolo Polare Artico.
Non è un campo particolarmente “easy”, richiede attenzione al vento, un minimo di adattamento ai lie e, soprattutto, una buona gestione mentale: il rischio è farsi distrarre continuamente dalla bellezza del paesaggio.
Se siete il tipo di golfisti che, oltre allo score, cercano storie da ricordare, il Lofoten Links è un posto che dovete segnare in agenda.
Se state pensando a un campo da aggiungere alla vostra prossima avventura golfistica, questo, credetemi, merita un posto molto in alto nella vostra bucket list.
Se vuoi rivivere la mia esperienza completa, trovi il video dedicato sul mio canale YouTube The Travel Birdie LOFOTEN LINKS 🇳🇴 ⛳ Golf ai confini del mondo e tutti i dettagli del viaggio su thetravelbirdie.com .































































