E se ai Giochi Olimpici partecipassero gli amateurs?

E se ai Giochi Olimpici partecipassero gli amateurs?

La questione é annosa e spinosa allo stesso tempo.

La discussione in merito a quali sportivi dovrebbero partecipare ai Giochi Olimpici dura da anni, ed ora che anche il nostro sport é rientrato nella grande Casa Olimpica, il quesito é inevitabile.

Professionisti o amateurs?

E’ una domanda che si pongono in molti.

Una risposta l’ha data un Tour Pro, e non uno qualsiasi.

Ha risposto colui che all’ultimo Open Championship si é tolto la soddisfazione di imbucare una hole in one alla buca 16 del Royal St.George’s, Jonathan “Jigger” Thomson.

Queste le dichiarazioni di Thomson:

“E’ un argomento controverso, ma io non sono sicuro che debbano partecipare i professionisti, dovrebbero essere i top amateurs a competere per il loro paese”

“Partecipare alle Olimpiadi rappresenterebbe l’apice della  carriera per un amateur, mentre invece credo che un giocatore professionista preferisca vincere un Major piuttosto che una medaglia d’oro”

Poi però cade in una comprenisibile contraddizione

“…se mai ne avessi la possibilità, parteciperei (alle Olimpiadi, NDR), perchè é un qualcosa di fantastico da inserire nella lista dei desideri della propria carriera”.

Quindi dove si trova la verità?

Vedendo la gioia di Xander Schauffele con la medaglia d’oro al collo, la teoria del “meglio un Major” non sembra valida (anche se sappiamo che lo statunitense aveva una motivazione in più).

D’altro canto, un torneo olimpico senza i grandi campioni rischia di perdere seguito tra gli appassionati, abituati ad assistere alle gare dei vari Tour.

E il golf, ritornato da due sole edizioni alla ribalta olimpica, ha bisogno di essere sostenuto anche tramite l’audience.

E’ un’equazione di difficile soluzione.

Personalmente penso ad una strada intermedia, dove al torneo possano accedere sia i professionisti sia i top amateur.

Non é nulla di innovativo, dato che già succede nei tornei Open (anche nei Majors).

E la medaglia d’oro vada al migliore, senza distinzioni, come vorrebbe il Barone De Coubertain.


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