Egregio Signor Dawson…
Peter Dawson ha un curriculum di tutto rispetto.
Prima di rivestire la sua attuale carica, é stato il CEO della R&A.
Attualmente é il Presidente dell’Official World Golf Ranking, e ieri sulla sua scrivania é arrivata una lettera.
Si tratta di una lettera dal contenuto che definirei particolare.
I firmatari sono i 48 giocatori che hanno partecipato al torneo LIV Golf Invitational di Chicago, oltre a Bubba Watson (attualmente capitano non giocatore LIV Golf a causa dell’infortunio che lo ha allontanato dai tornei subito dopo il PGA Championship) e da una delle riserve.
La lettera, in sostanza, esorta Dawson ad accordare alla Lega guidata da Greg Norman la validità ai fini dei punti del World Ranking.
Come sappiamo, i dirigenti della LIV Golf hanno presentato la richiesta di riconoscimento prima dell’Open Championship, e Greg Norman ha ripetutamente espresso disappunto e preoccupazione per la mancanza di una decisione da parte dell’organo di governo dell’OWGR.
I giocatori, da parte loro, rincarano la dose.
“Ogni settimana che trascorre senza l’inclusione dei giocatori LIV Golf mina il valore storico dell’OWGR”
“…alcuni membri del board dell’OWGR si trovano in una situazione di conflitto di interessi”
“Quattro degli otto membri del board sono collegati con il PGA Tour, che, sfortunatamente, vede la LIV Golf come una rivale”
“Gli altri membri hanno commentato duramente la LIV Golf, e uno di loro é arrivato a definirla non credibile”
“Vi chiediamo di fornire una decisione positiva il prima possibile, a tutto vantaggio dell’integrità dei rankings, del gioco del golf e di tutti coloro che amano questo sport”.
I giocatori concludono così la lettera:
“…il livello di competizione delle LIV Series é almeno pari a quello di un qualsiasi evento del PGA Tour”
“Lo possiamo affermare perché abbiamo partecipato ad entrambi”.
Io non posso certo giudicare gli aspetti tecnici della procedura.
Però credo che, in generale, ma particolarmente nello sport, un organo di governo non possa e non debba lasciare spazio a dubbi sin merito alla sua imparzialità.