Identikit del prossimo winner del Pga Championship

Tra un Elevated Event e l’altro, sul circuito statunitense si torna a fare sul serissimo con la disputa del secondo major stagionale: dopo il Masters vinto da Jon Rahm, questa settimana è infatti la volta del Pga Championship, che torna sul terribile tracciato di Oak Hill per la quarta volta nella sua storia.

Ora: se desiderate provare a tracciare un identikit del probabile winner del torneo, allora questo è l’articolo che potrebbe fare per voi.

Dunque, dunque… iniziamo col dare subito una sbirciata ai numeri delle statistiche, che come si sa, non raccontano mai bugie, ma, anzi, forniscono sagge indicazioni.

La prima dritta che ci forniscono i dati riguarda il World Ranking del papabile campione: 40 degli ultimi 44 vincitori di un major erano compresi all’interno dei primi 30 della classifica mondiale; addirittura il 52% e passa di loro era insediato più in alto, addirittura nei top 10.

Quindi, ai fini di una scrematura del possibile winner di domenica prossima, questa è già una traccia assai importante.

Poi: gli ultimi 7 campioni di un torneo del Grande Slam avevano tutti meno di 30 anni. Morale: oioioioi Rory…! E se McIlroy, vista questa statistica, potrebbe non dormire sonni tranquilli, anche Jon Rahm potrebbe sudare freddo, visto che dal 2015 nessun giocatore che ha indossato la giacca verde è poi riuscito a conquistare il secondo major dell’anno.

Dalla parte dello spagnolo, però, esistono altri numeri, certamente più seri e tecnici, che ci raccontano che dal 2022 il vincitore di un torneo così importante è sempre stato all’interno dei primi 20 degli Strokes Gained tee to Green, e, guarda caso, il nostro Jon è nei top 20 non solo in questa graduatoria, ma pure in quelle degli Strokes Gained off the Tee, Strokes Gained Approach e Strokes Gained Putting.

A dirla proprio tutta, pare che Rahm in questo 2023 sia molto ben inserito all’interno della Triplice Alleanza che modella il best player della stagione: drive, ferri e putt, what else?

A giudicare dai numeri, dunque, lo spagnolo americanizzato potrebbe davvero essere il pretendente al titolo più accreditato, ma tra i tanti dovrà, per esempio, vedersela anche con Xander Schauffele, recentemente piazzatosi secondo al Wells Fargo, che è l’unico giocatore che sia sempre riuscito a inserirsi nei primi 15 del leaderboard di ognuno degli ultimi 4 tornei major disputati. E ifatti, guarda caso, è proprio la consistenza titanica l’arma migliore della medaglia d’oro olimpica.

Più in generale, si sa che di solito una delle caratteristiche salienti di un vincitore di un titolo del Grande Slam sia la capacità di tirare la palla decisamente meglio della media del field:  in quest’ottica, uno sguardo alla speciale classifica Tee to Green ci potrebbe suggerire nomi come quelli di Scheffler, Fitzpatrick, Lowry, Rory e ancora Rahm.

Infine, possiamo non considerare la variabile impazzita? Possiamo cioè non scrivere all’interno dei campioni papabili il nome di Tony Finau, ossia uno di quei pochi che dalla scorsa estate hanno vinto sul Pga Tour come degli ossessi?  Certo che no. Anzi, vi dirò: voglio proprio scommettere su di lui, che ultimamente ha sempre ripetuto ai quattro venti di sentirsi pronto, anzi prontissimo, a conquistare finalmente un torneo major.

A questo punto, non resta che mettersi in panciolle davanti alla Tv da questo giovedì,  fino a domenica notte inoltrata.


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