Un weekend a Las Vegas, per vedere la LIV “live”
L’idea di questo articolo é nata, come spesso accade, per caso, nel corso di una delle tante telefonate ” di redazione”.
Quando ho saputo che Paolo Pustetto si sarebbe recato a Las Vegas per assistere al secondo evento stagionale della LIV Golf, ho pensato che sarebbe stata un’occasione da non perdere per avere una testimonianza diretta di quello che accade nell’universo del “Golf, but louder”.
Paolo ha vissuto per due giorni il torneo (vinto da Dustin Johnson, NDR), trasmettendomi con chiarezza le sensazioni che ha provato.
Ma partiamo dall’inizio.
Innanzitutto, nei giorni di prova campo il pubblico non é ammesso ad assistere; solo giocatori, caddies, i coaches ed i media possono accedere al campo.
E questa scelta é molto gradita ai giocatori.
L’accesso al campo nei giorni di gara é accompagnato dalla musica, che dalle 8 a fine giornata fa da sottofondo al gioco (chi ha avuto occasione di seguire le gare tramite l’applicazione o sul canale YouTube se ne é accorto di certo, NDR).
Il torneo é facile da seguire (corde molto vicine ai fairways), il che unito alla grande disponibilità dei giocatori nei confronti del pubblico, che può liberamente riprenderli, crea un’atmosfera che Paolo ha definito “pazzesca”.
E proprio relativamente al pubblico ho fatto una domanda specifica al nostro “inviato per il weekend”, e cioé: chi va a vedere la LIV Golf?
“In giro per il campo la maggior parte degli spettatori rientrano nella fascia giovani-giovanissimi, che seguono i giocatori e sfruttano i punti di ristoro (a quanto pare molto ben distribuiti) e le zone dedicate ai fans.
A Las Vegas é “tornata in campo” la Party Hole, formula che la LIV ha mutuato dalla ben più celebre Hole#16 del Waste Management Phoenix Open (disputato nello stesso weekend e vinto da NIck Taylor, NDR).
Gli spettatori più “esperti”, come me, popolano tendenzialmente le aree hospitality, come quella allestita sulla buca 18.
E i giocatori?
Il commento più diffuso sui social é quello che vede nel field delle gare LIV solo giocatori “appagatI” senza lo spirito agonistico che regna sugli altri Tours.
A detta di Paolo, questa visione non riflette la realtà:
“In termini di golf giocato, si impegnano come se fossero ad un Major, ed impiegano poco più di 4 ore per finire le 18 buche (possono usare misuratori e mappette senza limitazioni)”
“Jon Rahm dopo il -3 della prima giornata era molto nervoso (scusa Paolo se non ho usato il termine preciso, NDR)”.
Ma quale é il giudizio finale di chi il PGA Tour lo conosce bene?
“Nessun paragone con le altre gare che ho visto in vita mia”
“La LIV attrarrà a se sempre più giovani giocatori, é destinata a prendere il sopravvento”.
A Paolo va il mio ringraziamento per la sua grande disponibilità che, non appena tornerà in patria, si concretizzerà nella canonica birretta di fine gara.
Ca va sans dire.