1987 l’anno di Eamonn Darcy, l’eroe improbabile

Eamonn Darcy poteva già essere considerato un veterano alla sua quarta apparizione nella Ryder Cup del 1987.

Quando lo vidi per la prima volta tirare un colpo non volevo crederci. Più che altro non riuscivo a capacitarmi di come un giocatore con quel gesto potesse giocare sul tour.

Ero quasi infastidito da quali strade prendesse quella faccia del bastone prima di tornare perfettamente dritta al momento dell’impatto.

Ero giovane, ancora non accettavo la possibilità di poter essere un buon giocatore senza una tecnica perfetta.

Invece lo swing di Darcy era unico, perfetto per lui e un emblema della sua sicurezza in se stesso. Quella che non avevo io. Il suo gomito destro che volava nel backswing più in alto degli altri era una reminiscenza dell’Hurling, un gioco praticato in Irlanda in giovane età.

Autodidatta da sempre, umilissimo come persona  e con un gioco corto straordinario , ha giocato più di 800 tornei, con almeno un centinaio di top ten e 22 vittorie.

Gli mancava quella in Ryder Cup dove, considerato “lo specialista del pareggio”, non ha mai ottenuto una vittoria dalle sue precedenti nove partite prima di incontrarsi con il preciso e determinato Ben Crenshaw.

Aveva inoltre trascorso un paio di mesi infernali prima di assicurarsi un posto in squadra.

L’irlandese doveva chiudere la stagione tra i primi nove europei dell’anno e passò 10 settimane al nono posto, incalzato pesantemente dallo svedese Mats Lanner.

Lo stress gli procurò addirittura un’ulcera, presentandosi al German Open, l’ultimo torneo prima che la squadra fosse scelta, venendo a sapere che Lanner aveva segnato 62 colpi nel primo giro…

Ma riuscì comunque ad entrare nella squadra capitanata da Tony Jacklin e con fenomeni del calibro di Seve, Jose Maria Olazabal, Nick Faldo e Bernhard Langer.

E sul green della buca sei durante il suo match di singolo, qualcosa nell’equilibrio di Crenshaw si ruppe, così come il suo putter.

Sembra infatti che il suo soprannome “Gentle Ben” arrivasse proprio da questo temperamento piuttosto che dall’aspetto di persona pacata e gentile…

L’americano si vide quindi costretto a usare un ferro 3 in sostituzione per completare il giro, dando a Darcy la possibilità di ottenere la sua tanto attesa prima vittoria al 10° tentativo.

Il suo putt vincente sull’ultimo green del Muirfield Village fu corto, ma importante per l’Europa che riportò la prima vittoria in assoluto sul suolo statunitense.

Darcy non ha mai più giocato nella Ryder Cup: perse la qualificazione per sole 52 sterline nella classifica di due anni dopo.

Prova a vedere qui se hai ancora voglia di vivere una Ryder Cup dal vivo.


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