I 7 momenti super top di questo 2022

Calato il sipario sui quattro major e sui play off della FedEx e chiusa definitivamente questa complicatissima e intricatissima stagione americana del Pga Tour, prima del rientro vacanziero di settembre, prendiamoci la licenza di fare il punto della situazione golfistica a oggi 31 agosto al netto delle quotidiane novità dal LIV. E dunque dilettiamoci nell’elencare e nel ricordare alcuni dei momenti super top di questa lunga prima parte di 2022.

Dunque, iniziamo:

Momento n.1) Ve li rammentate i festeggiamenti di Rory e Morikawa per la loro la doppia imbucata dal bunker di destra del green della 72sima buca del Masters? Sì? Benissimo così, allora, perché praticare l’arte del sorriso in un mondo sempre più cupo è estremamente salutare;

Momento n.2) Restiamo ad Augusta e prendiamoci un secondo per ricordare i quattro putt di Scottie Scheffler all’ultima buca per vincere la giacca verde, imparando che c’è un’irresistibile bellezza nella capacità di sapersi ancora emozionare;

Momento n.3) Spostiamoci al Pga Championship e, riportando alla memoria il disastro in slice dal tee del cileno Mito Pereira, permettiamoci di perdonare un po’ più spesso i nostri errori golfistici;

Momento n.4) Voliamo allo U.S. Open e ricominciamo ad applaudire in modalità standing ovation il colpo dal bunker del fairway di Matthew Fitzpatrick all’ultima buca. E ricordiamoci sempre che non è finita finché non è finita;

Momento n.5) Passiamo dalla Home of Golf di Saint Andrews e raccogliamoci in religioso silenzio per rammentare l’up and down alla 17 dell’ultimo giro dalla sinistra del green da parte di Cameron Smith, capendo una volta per tutte che un uomo di talento non commette errori: i suoi sbagli sono sempre l’anticamera della scoperta;

Momento n.6) Fermiamoci ad applaudire ancora una volta Tiger Woods che come un novello Lazzaro si è rimesso in piedi e ha calcato, soffrendo ma sorridendo, i fairway ondulati di Augusta e Saint Andrews. Amen;

Momento n.7) Poteva mancare la vittoria di McIlroy ad Atlanta? Soprattutto dopo che lo stesso Rory aveva perso il titolo all’Open Championship senza per altro aver sbagliato nulla? E certo che no. E però anche qui urge una riflessione: a volte una sconfitta può diventare un’occasione per crescere, ma succede raramente. Succede solo quando chi perde è capace di prendersi le proprie responsabilità. E lo fanno davvero in pochi: McIlroy è uno di questi. E per questo e per altri mille motivi lo amiamo alla follia.


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