Mi sembra ieri quando avevo scritto il mio primo articolo sull’inizio della stagione dell’Alps Tour ad Acaya.
Eppure eccomi qui all’ultima gara della “regular season” al Golf Nazionale!
Per molti professionisti, questa è una settimana determinante.
Al termine del torneo, i migliori 50 giocatori dell’ordine di merito (esclusi gli amateur) verranno ammessi al Gran Finale che si giocherà settimana prossima al Golf Club Modena.
Coloro che si trovano a ridosso della 50esima posizione del ranking, soprattutto durante i primi due giri, saranno molto “tesi” perché un taglio mancato significherebbe perdere la carta.
La loro strategia sarà sicuramente più in difesa e caratterizzata dall’utilizzo di molti ferri dal tee per evitare i doppi bogey che qui a Sutri sono sempre dietro l’angolo.
Sfortunatamente per me, non potrò partecipare alla finale nemmeno se dovessi vincere questa settimana della regular season.
Quest’anno avendo giocato anche sul Challenge Tour, non ho raggiunto il minimo di tornei giocati per poter essere conteggiato nel ranking.
Ad ogni modo, la vittoria mi darebbe l’esenzione dalle Q-school, quindi farò del mio meglio per poter vincere!
La tattica più conservativa da parte dei giocatori “on the bubble”, farà alzare gli score?
Assolutamente si.
Allora chi trarrà vantaggio da questa situazione?
Gli “outsiders”, ovvero i giocatori oltre la settantesima posizione nel ranking, oppure coloro nei primi 15/20 dell’ordine di merito in lizza per le sei carte del Challenge Tour.
Ho detto sei carte e non cinque perchè Angel Hidalgo, che è all’interno dei primi cinque del ranking Alps Tour, ha vinto un torneo sul Challenge Tour sbloccando così un posto extra.
In campo pratica si vedono più giocatori del solito accompagnati dai propri coach.
A me piace “spiare” tra un colpo e l’altro le conversazioni tra coach e allievo; sono molto interessanti.
Mercoledì per esempio, di fianco a me in campo pratica dopo la Pro-Am, c’era Gregorio De Leo che faceva lezione con il suo maestro Alain Vergari.
De Leo al momento si trova dodicesimo nel ranking a soli duemila punti dal sesto.
Due buone gare significherebbero una promozione!
Mancavano poche ore al primo giro, quindi non mi aspettavo certamente una pratica tecnica; infatti tra di loro parlavano molto di sensazioni.
Greg, ha la tendenza di rimanere indietro con il busto durante il downswing causando quindi instabilità della faccia del bastone durante l’impatto.
Alain gli diceva: “Greg è tutto molto semplice, basta solo che senti di fare tre gradini verso il basso con il piede destro dopo l’impatto ed il gioco è fatto”.
Un pensiero “tagliato su misura” per Gregorio che infatti cercando di fare il passo in avanti, mantiene il busto più dritto, trasferisce meglio il peso a sinistra e le mani rimangono più ferme.
Tutto ciò si traduce in un volo di palla più stabile ed effettivamente gli ho visto tirare tanti bei colpi.
Quando un giocatore è in forma, a parer mio, lo si vede dalla consistenza dell’angolo di lancio con cui parte la palla.
La sua palla volava sempre alla stessa altezza, con lo stesso spin e con l’effetto voluto.
Non mi ha affatto sorpreso il suo primo giro in -2 in condizioni complesse.
Un vecchio detto dice:”chi ben comincia…”
Ci aspetta un’ultima gara della regular season molto interessante e piena di colpi di scena. Seguici!