Attenti a chiedere la Mulligan!

“Posso avere una Mulligan?”

Nel 1996, in un famoso cinema di Roma furono in pochi a capire la battuta che Roy McAvoy, alias Kevin Costner, fece alla dott.ssa Molly Griswold.

I due avevano trascorso la notte insieme nel camper del protagonista del film Tin Cup, il quale  chiese alla splendida Renè Russo di concedergli una “mulligan”…

Rientriamo in fascia protetta per dire che la definizione di “mulligan”, termine più associato al golf, è una “ripetizione”, un secondo tentativo se il primo fosse andato storto. ( Se la vostra partner non gioca a golf  non fate battute..)

Ogni giocatore di golf del fine settimana se ne è concessa una nella sua vita (non in gara speriamo..), e non c’è da vergognarsene. Dopo averne tirata una, ti sei mai fermato però a pensare da dove viene la parola? Considerando che probabilmente ne hai appena spedita una  fuori limite, probabilmente no.

Esistono diverse teorie su come è stato coniato il termine, tutte incentrate su due personaggi con il cognome Mulligan.

Il primo è David Bernard Mulligan, un golfista e albergatore dilettante canadese che potrebbe aver reso famoso il termine negli anni ’20.

Secondo l’USGA, ci sono tre versioni della storia di David Bernard Mulligan.

La prima è che un giorno Mulligan ha colpito un brutto drive dal primo tee, poi ha semplicemente ripetuto il tee e ha giocato un’altra palla, dicendo ai suoi compagni di gioco che aveva effettuato un “tiro di correzione”. Quel “colpo di correzione” divenne presto noto come “mulligan”.

Lo stesso Mulligan sembrò confermare queste teorie in un’intervista del 1952 con Don Mackintosh, giornalista sportivo del “Sudbury Star”.

“Un giorno mentre giocavo nel mio solito quartetto, ho colpito una palla dal primo tee che era abbastanza lunga ma non dritta. Ero così irritato con me stesso che d’impulso ho messo giù un’altra palla. Gli altri tre mi hanno guardato con notevole perplessità e uno di loro ha chiesto: “Cosa stai facendo?”

“’Sto facendo un colpo di correzione’, risposi. “E come si chiama ?” chiese il partner. Pensando velocemente, gli ho detto che l’ho chiamato “mulligan”. . . Dopo di che è diventata una specie di regola non scritta nel nostro quartetto che potevi fare un tiro gratuito in più sul primo tee se non eri soddisfatto dell’originale.

La seconda storia è che la corsa verso il campo di Mulligan a Montreal è stata estremamente accidentata, e il tee shot ha lasciato Mulligan così scosso sul primo tee che gli è stato concesso un secondo tiro.

La terza è una combinazione delle prime due: un giorno  si presentò in ritardo al campo ed era così scosso sul primo tee che chiese di colpire un secondo colpo.

Poi c’è la storia di John A. “Buddy” Mulligan, un addetto agli spogliatoi dell’Essex Fells Country Club nel New Jersey negli anni ’30.

Un giorno Mulligan fu convinto da alcuni giocatori ad unirsi alla loro partita. Dopo aver lavorato tutta la mattina,  non si era potuto riscaldare adeguatamente e giocò un tee shot di apertura scadente.

Secondo la leggenda, si è rivolto ai suoi compagni di gioco che avevano praticato tutta la mattina mentre lavorava, ed il minimo che potessero fare era quello di dargli un’altra chance.

Hanno accettato e la voce si è sparsa così rapidamente che altri soci l’hanno adottata nelle loro partite.

P.S. nel cinema di Roma su 300 persone giocavamo a golf in 5 e avremmo fatto carte false per un giorno da Kevin Costner, anche senza la “mulligan”.


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