Capitano, Guido ha fatto 61!!!
E’ quello che ho sognato stanotte dopo essere rientrato dal magico mondo di Crans Montana per l’Omega European Masters.
Nella giornata di venerdì mi ero organizzato per uscire presto sul percorso, fare qualche scatto per immortalare le scenografie mozzafiato del posto, e tornare a ridosso dell’ora di pranzo.
Poi fra una cosa ed un’altra mi ritrovo vicino al green della 15, il secondo par 5 delle seconde nove, e vedo arrivare un siluro in green.
I giocatori non si vedono all’orizzonte poiché la buca è molto in salita.
Attendo l’autore del colpo e con orgoglio mi rendo conto che la palla appartiene a Guido Migliozzi.
Con lo zoom inquadro il walking scorer che sul suo cartello mette in mostra una “L” accanto al nome di Guido.
“Level, quindi ha già fatto due birdie da quando è partito”, penso fra me e me … “e ora ha il putt per l’eagle!”
Nel frattempo, per deformazione professionale, associavo il punteggio di Migliozzi a quello indispensabile per il passaggio del taglio e anche a cosa avesse potuto farlo giocare male il giorno precedente.
Foto dopo foto, e al quinto birdie consecutivo di “Miglio”, mi ritrovo ad urlare come un’aquila nel vederlo alla 18 (la sua nona buca di giornata) chiudere in 29 colpi!
Come facevo ad andarmene?
“Ok, facciamo così”,dico ad un mio allievo che mi aveva accompagnato, “lo aspettiamo sul green della 2 poi torniamo in Italia”, e intanto saluto per la seconda volta il suo coach Niccolò Bisazza dicendogli che è difficile mollare un giro del genere…”
Birdie alla 2!
Poi di nuovo alla 5 imbucando dal bunker
e alla 7 con approccio e putt. -9 di giornata.
Continuavo a stargli incollato.
La scena del saluto ai supporter di “Miglio” era ormai diventata una barzelletta.
Nel frattempo dalla 137ma posizione era balzato in quinta finendo la giornata 9 colpi sotto il par. Il totale di -7 lo riportava meritatamente in gara.
Gara importante per Migliozzi, per la posizione in Race to Dubai, per lui stesso, ma soprattutto per rinforzare la sua consapevolezza sul livello del gioco che può esprimere.
Ovviamente la chiamata del capitano in Ryder rimane un sogno, in un momento in cui le cose stanno all’incirca così:
Ryder Cup 2023: La qualificazione del Team Europe
Al momento in cui vi scrivo i qualificati di diritto sono:
- Rory McIlroy (12-12-4 record in carriera della Ryder Cup)
- Jon Rahm (4-3-1)
- Viktor Hovland (0-3-2)
- Tyrrell Hatton (2-4-1)
I primi due entrano per la European Point List gli altri due per la World point list.
Saranno certamente in squadra:
5. Tommy Fleetwood (4-2-2)
Fleetwood è stato un protagonista della Ryder Cup 2018 quando lui e Francesco Molinari misero a segno un perfetto 4-0-0. Fleetwood perse il match singolo quell’anno con una sconfitta e due pareggi a Whistling Straits. Il Marco Simone dovrebbe adattarsi molto meglio al suo stile di gioco. L’inglese ha registrato 7 top 10 negli ultimi 11 tornei giocati.
6. Matt Fitzpatrick (0-5-0)
Giocando bene all’Omega European Masters, potrebbe essere dentro di diritto, ma sarà nella squadra a prescindere. Lo US Open champion 2022 è andato leggermente in calo nel 2023, ma dopo un T2 al BMW Championship sembra stia ritornando in ottima forma. Fitzpatrick ha vinto l’RBC Heritage all’inizio di questa stagione e sta migliorando le statistiche in ogni dipartimento di gioco.
Le mie previsioni sulle scelte del capitano:
7. Justin Rose (13-8-2)
Lo vedo ancora insostituibile. L’esperienza di Ryder, ma soprattutto il ritorno alla vittoria all’AT&T Pebble Beach Pro-Am. 13 top-30 in 20 gare sono troppe per essere lasciato fuori da questa squadra. L’incredibile gioco corto di Rose e il putting degli ultimi due anni sono rimasti, e sta tornando anche il gioco dei tempi migliori.
8. Sepp Straka (Rookie)
Straka probabilmente ha assicurato il suo posto vincendo il John Deere Classic e finendo runner-up all’Open Championship una settimana dopo l’altra. E’ riuscito ad arrivare al TOUR Championship terminando al 14mo posto. 20mo nel Total Driving.
9. Robert MacIntyre (Rookie)
L’ultimo posto nella lista dei punti europei è ancora in palio all’Omega European Masters. MacIntyre detiene quel posto per ora grazie a sette piazzamenti nella top-20 nelle sue ultime 13 partenze, tra cui un secondo classificato agli Scottish Open. MacIntyre ha vinto a Marco Simone l’anno scorso, il che certamente aumenta le sue possibilità di essere una scelta del capitano se non si qualifica automaticamente.
10. Ludvig Aberg (Rookie)
Aberg era il giocatore numero 1 nella classifica della PGA Tour University e quindi ha immediatamente ricevuto una carta PGA Tour dopo essere passato professionista. In nove tornei giocati in questa stagione, è entrato 6 volte nei primi 25. Se Aberg avesse abbastanza giri per avere una media nello strokes gained, si classificherebbe quarto in SG: Off-the-Tee e 19° nella percentuale dei green presi nei colpi regolamentari. I primi due giri a Crans li ha giocati con i vice-capitani Edoardo Molinari e Nicolas Colsaerts…
11. Adrian Meronk (Rookie)
3 vittorie sul DP World, l’ultima delle quali proprio a maggio al Marco Simone nell’Open d’Italia.
In America 17mo nel WGC Match Play e 14mo nell’Honda Classic.
Un giocatore che sta migliorando sempre di più, sia come rankings che come gioco. Primo negli european Rankings come Strokes Gained Total
Meriterebbe la chiamata.
12. Shane Lowry (1-2-0)
Non direi che è stata una brutta stagione per Lowry, ha ottenuto nove top-25, ma il suo unico top-10 è stato un quinto posto parimerito all’ Honda Classic con la conseguente assenza dai playoff della FedExCup. Lowry è ancora 29° in strokes gained total e 26° nella media score, immagino che sarà nella squadra. Nonostante il taglio mancato in Repubblica Ceca giocherà in Irlanda e poi difenderà il BMW PGA Championship, quindi avrà un po’ di tempo per trovare la giusta forma prima di arrivare al Marco Simone.