Diana Luna e la Solheim Cup 2009

Nella Solheim Cup 2009, disputata al Rich Harvest Farms in Illinois dal 21 al 23 agosto, i bookmakers davano il Team USA come vincente.

Le Europee però – nonostante l’assenza di Annika Sorenstam – diedero del filo da torcere alle giocatrici a stelle e strisce: dopo le prime due giornate il punteggio era in parità, 8-8.

Fu decisiva la terza giornata: il Team USA vinse i primi tre singoli, ma il punto decisivo arrivò all’undicesimo singolo quando Morgan Pressel sconfisse Anna Nordqvist per 3&2. Il Team USA conservò così la Solheim Cup con il punteggio finale di 16 a 12.

Queste le due squadre.

Team USA: Beth Daniel (capitana), Meg Mallon (vice-capitana), Kelly Robbins (vice-capitana), Nicole Castrale, Paula Creamer, Natalie Gubis, Cristie Kerr, Christina Kim, Brittany Lang, Brittany Lincicome, Kristy McPherson, Morgan Pressel, Angela Stanford, Juli Inkster, Michelle Wie West.

Team Europe: Alison Nicholas (capitana), Joanne Morley (vice-capitana), Liselotte Neumann (vice-capitana), Helen Alfredsson, Laura Davies, Tania Elosegui, Sophie Gustafson, Maria Hjorth, Diana Luna, Catriona Matthew, Gwladys Nocera, Suzann Pettersen, Becky Brewerton, Janice Moodie, Anna Nordqvist.

Diana Luna si qualificò in automatico, grazie alle due vittorie conquistate nel corso del 2009 sul Ladies European Tour: l’AIB Ladies Irish Open e il SAS Ladies Masters.

Prima italiana in assoluto.

Diana come ci si sente a giocare per la Solheim Cup?

“E’ senza dubbio una delle esperienze più belle della mia carriera golfistica. Prima di tutto ho provato una grandissima soddisfazione nell’essere riuscita a qualificarmi. Nel 2008 il mio golf era in ascesa, ma non stabile. Nel 2009 ero ancora in crescita, e trovarmi a giocare in mezzo alle ‘giganti’ dell’LPGA per me è stata una grande emozione. L’esperienza poi è assolutamente senza paragoni: un’atmosfera unica, si gioca per la gloria ed è proprio questo che fa la differenza”.

“E poi c’è il tifo… unico anche quello!  Il tifo a stelle e strisce, quando si gioca a casa loro, è scatenato: passi in mezzo a corridoi di persone che ti urlano in faccia ‘U.S.A.  U.S.A.’ …. (ride n.d.r.) …  non te lo dimentichi facilmente! Sì, davvero delle giornate indimenticabili! Certo, ci è mancata la vittoria, ma comunque è stata una settimana speciale”.

Foto: Diana Luna

Il Team Europe non ha vinto, ma tu comunque ne sei uscita imbattuta.

“Sì, e pensare che le americane di me dicevano ‘Eh, ma quella la battiamo subito!’.

“Vedi, un altro aspetto molto bello della Solheim Cup è lo spirito di squadra. Ci si ritrova nella ‘team room’ per parlare delle avversarie prima delle sfide, cercando di trovare i loro punti deboli, e i nostri punti di forza. Io ero una rookie, se vuoi era anche abbastanza normale che le avversarie mi sottovalutassero. Ma sentire questa ‘voce’ riferita nella nostra team room… mi ha dato la spinta giusta per dimostrare alle mie avversarie che ‘quella’ le poteva anche battere.

Il mio debutto l’ho fatto nel secondo giorno, nella four-ball. Ero in coppia con la veterana Catriona Matthew, le nostre avversarie erano Brittany Lang ed Angela Stanford. Alla 18 noi eravamo 1 down. Sul green dovevamo puttare per imbucare e vincere la buca: Catriona più vicina ed io più lontana. Catriona mi guarda e mi dice ‘Imbuca tu’.

Ci sono momenti che sembrano non passare mai, e quello fu uno di quei momenti.

La mia pallina rotolò, rotolò fino a cadere in buca: riuscimmo così a pareggiare il match.

Foto: Diana Luna

Quando sentii il ‘toc’ della pallina mi si sciolse tutta la tensione e feci un salto – e che salto – di gioia. Quando andai in team room, subito dopo, Suzann Pettersen mi corse incontro dicendomi ‘Non sapevo sapessi saltare così in alto!’

Quello fu il mio primo ½ punto.

Il terzo giorno nel singolo vinsi abbastanza agevolmente contro Nicole Castrale, ufficialmente 3&2 ma in realtà pareggiai per fair play la buca del 4&2”.

Diana, cosa desideri per il futuro?

“Vorrei che il golf femminile conquistasse sempre più spazio in Europa e soprattutto in Italia.

Ospitare la Ryder Cup a Roma è sicuramente un incentivo alla crescita del golf in generale in Italia, anche a livello femminile. Certo non sarà immediato, ma sono sicura che le ragazze del golf conquisteranno sempre più spazi (e pubblico) anche in Italia.

Passo dopo passo, sì, ci arriveremo.”

Grazie Diana, le giovani professioniste azzurre non potrebbero essere in mani migliori delle tue.

Numero precedente: Giulia Sergas e la Solheim Cup 2013


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