Dylan Baines: Quando sono riuscito a muovere l’alluce…

Ho visto per la prima volta Dylan al mio arrivo all’aeroporto di Faro, lo scorso novembre, in occasione dell’EDGA Algarve Open.

Ci siamo subito scambiati un’occhiata di riconoscimento ed un sorriso: camminata un po’ sbilenca e sacca da golf, sì, siamo giocatori EDGA tutti e due.

Ci stava aspettando un autista per condurci all’hotel, un tipo atletico, calvo, con i rayban a goccia neri ed un completo nero. Più che un autista sembrava una guardia del corpo. Mi sono sentita un po’ come una professionista.

In auto Dylan ed io ci presentiamo. Mi dice che è gallese. Nel mondo EDGA se dici Galles pensi subito a Mike Jones. Dylan lo conosce molto bene, anzi, mi racconta che ha iniziato a giocare a golf proprio grazie a lui, e che l’ha aiutato moltissimo.

 

Nel 2017, due giorni dopo aver compiuto 22 anni, Dylan è stato vittima di un gravissimo incidente automobilistico. Quando riaprì gli occhi, sul letto di un ospedale, era completamente paralizzato. Il medico gli disse, senza tanti giri di parole, che difficilmente avrebbe ripreso a camminare.

La riabilitazione è stata lenta (“due anni chiuso in casa” dice), supportata dalla famiglia e dagli amici più cari in ogni fase.

Dylan racconta: “Per le prime sei settimane sono rimasto praticamente paralizzato dal collo in giù e poi lentamente, probabilmente circa quattro settimane dopo, le cose hanno iniziato a tornare in vita. La prima cosa che ho sentito è stato l’alluce del piede destro. Ricordo di averlo mosso. Sono impazzito di felicità! Lentamente il lato destro è tornato più o meno quello di prima. Ho ancora una paresi sul lato sinistro del corpo: piede sinistro, mano sinistra, muscoli posteriori della coscia, tricipiti. Ci sono un sacco di muscoli che non funzionano più. Mi sono letteralmente rotto il collo, ero paralizzato dal collo in giù. Gioco con una cinghia ed un guanto che mi aiutano a tenere il bastone con la mano sinistra”.

Poi l’incontro fortuito con Mike Jones.

Foto: EDGA

Dylan prosegue: “Prima dell’incidente giocavo a calcio e lo sport mi mancava. Fu allora che incontrai Mike, per caso, dal fisioterapista. Abbiamo fatto amicizia e mi parlò di un guanto particolare che avrei potuto usare per giocare a golf. Mi accompagnò al campo pratica di Celtic Manor per provare a tirare qualche pallina.  Non volevo più andarmene. Ho tirato così tante palline che avevo le vesciche su tutte le mani”.

 

Il guanto e il cinturino adattati hanno permesso al suo braccio sinistro più debole di diventare parte integrante del suo nuovo swing nel golf.

“Ricordo che per i primi due anni dopo il mio incidente sono rimasto bloccato in casa tutto il tempo.  In più non accettavo la mia condizione, e non volevo vedere nessuno all’infuori dei miei familiari e di pochi amici intimi.  È stato davvero un periodo difficile. Dipendevo in tutto e per tutto dagli altri. La vicinanza dei miei familiari, il loro affetto, è stato importantissimo. E poi da quando ho iniziato a giocare a golf, ho visto molto di più i miei amici, perché li vedo sul campo da golf ogni sabato. Gioco a golf con la mia famiglia, con mio padre, ogni settimana. E poi arrivo a eventi cose come questo e incontro un sacco di nuove persone. La cosa che amo di tutto ciò è che non ti senti diverso. Non ti senti diverso da nessun altro, il che è molto bello”.

 

L’EDGA Algarve Open 2022 resterà bene impresso nella memoria di Dylan Baines: ha vinto la classifica strokeplay netto segnando un -4 (69, 71).

Considerando che il torneo portoghese è solo il terzo a cui partecipa, sono sicura che sentiremo ancora parlare di lui.

 


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