Il tee di partenza di una buca è il luogo in cui inizia ogni giro di golf, ed è molto importante nella progettazione del percorso perchè è l’unico posto dove tutti i giocatori sono obbligati a passare e a restare per qualche minuto.
Questo avviene anche in green, ma qui i giocatori sono molto più concentrati sul colpo da giocare e sullo studio delle superfici, mentre quando mettiamo piede sul tee siamo molto più concentrati sul panorama che ci circonda.
Gli architetti di campi da golf sfruttano questa caratteristica e allineano i tee shot con i panorami più belli, cercando di posizionare i battitori nei punti più alti e panoramici del campo.
I tee quindi hanno due importanti funzioni, una estetica e una strategica, perche oltre ad essere i punti dai quali i giocatori sono più portati ad ammirare le bellezze del campo, hanno anche un ruolo rilevante nel dettare la strategia di una buca.
La strategia
Per molto tempo i campi da golf non avevano dei tee formalizzati. La buca iniziava entro due bastoni di lunghezza dalla fine del green della buca precedente.
Con la crescita di popolarità del golf è stato necessario costruire appositi tee per il problema delle zolle e dell’usura vicino ai green.
Al giorno d’oggi la differenza di abilità e lunghezza dei vari giocatori è così tanta che gli architetti devono progettare diversi tee per ogni buca, in modo che ognuno possa godersi il proprio giro senza che sia troppo facile o troppo difficile.
I tee avanzati devono essere accuratamente posizionati per garantire la stessa sfida ai vari giocatori, sia da un punto di vista della lunghezza che dell’angolo di gioco.
L’idea che tutti i giocatori possano avere lo stesso colpo al green giocando da tee diversi però è sopravvalutata. A livello pratico è molto difficile da attuare, dato che lo spettro delle lunghezze dal tee va dai 320 ai 130 metri, e la costruzione di più di 5 battitori a buca è poco pratica da un punto di vista estetico e della manutenzione.
Avere più battitori permette anche di avere versatilità nel set-up del campo, consentendo di variare la strategia di una buca di giorno in giorno, cosa che abbiamo visto durante la Ryder Cup al Marco Simone, dove i tee di alcuni par 4 venivano accorciati per rendere i green “drivabili”.
Dal punto di vista della manutenzione è invece fondamentele che i tee abbiano una dimensione adeguata; generalmente il tee “giallo” ovvero quello giocato dalla maggior parte dei giocatori deve essere il più grande, e i tee dei par tre dovrebbero avere il doppio della superficie perchè vengono rovinati più facilmente.
L’estetica
Da un punto di vista estetico i tee si dividono in tre grandi categorie: i tee ovali, quelli rettangolari e quelli a forma libera.
Quelli ovali sono i più comuni, sono stati il marchio di fabbrica di George Fazio nel secondo dopoguerra e sono molto adottati perchè sono i più comodi da un punto di vista manutentivo, mentre da un punto di vista estetico spesso appaiono banali.
I tee rettangolari hanno un look molto pulito e regolare, richiedono più tempo per essere tagliati ma stanno tornando di moda negli ultimi anni.
I tee a forma libera sono i più belli esteticamente, ma sono difficili da costruire e aumentano di molto l’area da mantenere. Sono una vera e propria estensione del fairway e l’area pianeggiante non è chiaramente delimitata.