Sto commentando il DP World Championship per la dodicesima volta.
Non me lo ricordavo, ma leggendo le note che ci arrivano dal DP World è quasi inevitabile vedere che venga disputato a Dubai al Jumeirah Golf Estate da 14 anni.
Difficile non ricordarsi ciò che avvenne qui proprio nell’edizione del 2010 sul green della 18.
Ma farei una piccola premessa, poichè difficilmente è possibile trovare qualcuno ancora in vita che ricordi i “rulings” (applicazioni di regole) negli anni ’20 o ’30.
Ce ne sono molti che vivono nella nostra coscienza collettiva grazie alla televisione.
Alessandro Bellicini, quelli a fine torneo, li ha coniati con il nome di “Droppaggione”.
Un giorno gli chiederò il vero significato, anche se il suo suono onomatopeico mi fa venire in mente qualcosa di grosso, ingombrante e sciagurato (per non dire di peggio).
Non solo per il giocatore che lo subisce, ma per chi lo guarda e per chi lo commenta, anche perché normalmente atteso sul finale del torneo, per lo più a tarda notte.
E’ la catarsi del telecronista.
Alcuni “Droppaggioni” sono famosi. Altri sono solo imbarazzanti o apparentemente oscuri.
Molti costano ai giocatori un torneo.
Qualche tempo fa avevo riportato alla luce la storia dell’argentino Roberto De Vicenzo, ma oggi il pensiero non può che cadere su Ian Poulter.
Al torneo del Dubai World Championship nel 2010, Poulter concluse il torneo pari merito con Robert Karlsson. Il playoff fu disputato alla 18, che venne pareggiata e quindi giocata una seconda volta.
Quando raggiunsero il green, Poulter era a circa 10 metri dalla buca per il birdie. Karlsson era ad un metro. Sembrava con molta probabilità che Poulter stesse per perdere, ma quel giorno aveva imbucato putt miracolosi.
L’inglese aveva marcato la sua palla e si stava preparando a rimetterla sul green dopo aver visto la linea di gioco, quando ha innestato il “fatidico droppaggione”.
Ha lasciato cadere la sua pallina da golf sul marchino, spostandolo, e prendendo quindi un colpo di penalità.
“Sono andato a segnare la palla ed è letteralmente scivolata da 10 cm di altezza sopra la moneta”, ha detto Poulter.
“È caduta proprio sulla parte anteriore della moneta; se fosse caduta al centro non si sarebbe mossa e sarebbe stato tutto regolare, ha detto l’allora 34enne inglese che chiamò subito l’arbitro Andy McFee al verificarsi dell’incidente.
“Ero abbastanza sicuro (del colpo di penalità) e ovviamente volevo chiarire la cosa”.
Ha consegnato quindi il torneo a Karlsson.
Alla domanda su quanto fosse stato frustrante l’incidente, Poulter ha dichiarato: “Circa 20 punti nella classifica mondiale (23 in realtà), un bel trofeo e circa 400.000 dollari.
A quando il prossimo droppaggione?
Magari oggi, stasera, domenica prossima? Cosa importa è spettacolo puro.