Il mio Open d’Italia Disabili: La bellezza del ritrovarsi

È calato il sipario sull’Open d’Italia Disabili by Regione Marche, ma la mia mente è ancora piena delle emozioni, dei colori, delle risate, insomma di tutti i bei momenti vissuti dentro e fuori dal campo.

Devo confessare che quando sono arrivata al Conero Golf ero in tensione: non mi sentivo adeguatamente pronta, complice la pioggia di marzo, ma soprattutto sentivo la responsabilità di dover difendere il titolo.

Ritrovo l’amico Ermanno (il socio ‘tuttofare’ che mi accompagnò durante la mia prima visita al Conero lo scorso febbraio), il Direttore Roberto Malatini, la Segretaria Susanna Baldini, il responsabile del Comitato Organizzativo  Michele Emili: l’accoglienza è sempre calorosa e, nonostante siano impegnati nelle loro attività, trovano il modo di scambiare qualche parola di benvenuto con tutti.

Vedo sfrecciare sul cart anche Marco Aquilino, General Manager del Royal Park I Roveri qui nelle vesti di Direttore del Torneo: dopo aver curato le ultime tre edizioni dell’Open Disabili (e una President Cup), ha portato la sua esperienza al servizio di questa prima edizione marchigiana. Un gran bell’esempio di collaborazione e sinergia.

Ho effettuato il giro di prova assieme all’amico Mario Gazzetta: ho scommesso che il titolo stableford quest’anno lo vincerà lui. Mario ha un tiro potente, sa prendere qualche rischio – ma molto calcolato. Io invece mi sento timida e contratta. Ogni tanto giro lo sguardo in alto, verso il Santuario della Santa Casa di Loreto, in una silente supplica.

Il campo è molto bello, i colori dei fiori primaverili vanno dal bianco perla al pervinca, i fairways sono tappeti verdi. Con Mario proviamo varie strategie di gioco sulle buche più ostiche, in particolare la 9.

Continuo a non sentirmi pronta, ma la tensione sparisce (un po’) quando ritrovo gli amici: i vecchi, ma anche molti volti nuovi. Vedere il nostro movimento crescere è sempre bello!

La serata al Natural Village è di festa, questa è la prima occasione del 2024 di rivederci un po’ tutti assieme: ci si aggiorna sulle gare future, sullo stato di forma, sull’attrezzatura. E poi una piccola festa a sorpresa per consegnare il regalo al neo-sposo Greg Guglielminetti: uno splendido wedge personalizzato con la data del matrimonio.

Nella foto: il wedge di Greg

La notte prima della gara dormo male: continuo a pensare al percorso, a tutti gli errori che sicuramente commetterò. Non vedo l’ora che finisca tutto, ma chi me l’ha fatto fare!!!!

Dopo una notte così potete immaginare il mio stato sul tee di partenza.

Gioco con Indra Valande e Antonino Puccio. Indra è lettone, innamorata dell’Italia ed avevo giocato già con lei lo scorso anno al Royal Park. Siamo tutti un po’ tesi e parliamo poco. Indra ed io non giochiamo molto bene (ah Ermanno, ti ho pensato), Antonino va meglio, anche se il percorso è pieno di insidie.

Perdo palline, i tre putt sono una costante, il vento non aiuta. Poi nelle seconde 9 buche mi si accende una luce: ma sì, ecco dove sbaglio. Ormai recuperare è impossibile, ma almeno mi sono ritrovata.

Il secondo giorno gioco con due vecchi amici: Greg Guglielminetti e Paolo Fancelli. Mi fermo a guardare la partenza dei tre migliori del torneo: Issa Nlareb, Nicola Maestroni e Tommaso Perrino. Spettacolo! Ecco, l’unica cosa che mi dispiace è non poterli seguire buca per buca.

Nella foto Issa Nlareb,Tommaso Perrino e Nicola Maestroni (foto Federazione Italiana Golf)

Con Issa ci scambiamo un ‘cinque’, il suo sorriso è solare e contagioso.

Mi sento bene, sono tranquilla e mi diverto. Greg fa un bellissimo birdie alla buca 6 e lo dedica alla moglie Iris. Paolo gioca bene, per un paio di volte però è davvero sfortunato.

Alla fine della buca 9 ci incrociamo con i tre giocatori top del torneo: Tommaso Perrino, Issa Nlareb e Nicola Maestroni. Hanno finito il giro, Tommy festeggia la vittoria: gli stanno versando delle bottigliette d’acqua addosso, è zuppo dalla testa ai piedi! Eh, ci vorrebbe champagne, dice qualcuno.

Giusto il tempo di un abbraccio, poi si riparte per le ultime buche.

Nella foto: Il vincitore Tommaso Perrino (foto Federazione Italiana Golf)

Tra i primi che vedo dopo aver consegnato lo score c’è il mio conterraneo Andrea Plachesi: ha gli occhi che brillano, è arrivato secondo nella classifica pareggiata. Evviva la Romagna!

Tommy mi confessa che ha avuto un momento in cui ha rischiato di perdere una gara sulla carta già vinta: “Ho fatto un doppio bogey alla 14, ho avuto paura, sai quando ti manca l’aria? Poi per fortuna sono riuscito a reagire bene”.

Eh, dovrei imparare anche io a reagire ai momenti di ‘buio’ durante le gare.

Ciò che mi resterà di questo Open al Conero è proprio la bellezza del ritrovarsi.

Nella foto: la bandiera firmata da tutti i giocatori (foto Conero Golf)

Ritrovare gli amici dopo l’inverno.

Ritrovare il proprio Capitano.

Ritrovare le Marche, le vacanze della mia infanzia, una terra bellissima.

Voglio chiudere con un pensiero dedicato a Giulia Marabotti: sei mancata a tutti noi, non vediamo l’ora di ritrovarti in campo più forte di prima!

Per vedere la news dei risultati cliccare qui.

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