Joakim Bjorkman – Ogni giorno senza golf non è un buon giorno.

Lo svedese Joakim Bjorkman è una presenza costante dell’Open d’Italia per Disabili, competizione che l’ha visto trionfare per ben quattro volte.

Joakim, che è anche un componente del Team Svedese di golf per disabili, è un uomo che ha affrontato momenti difficili, in particolare quando si è reso conto che non sarebbe mai cresciuto come gli altri ragazzi. Ha attraversato un periodo in cui tutto sembrava contro di lui, ma è riuscito a superarlo, uscendone più forte che mai. Il golf e gli amici golfisti hanno dato un nuovo senso alla sua vita, e molte gioie.

Fonte: EDGA

Joakim si è reso conto di essere diverso a circa sei anni, ma fu solo nel periodo dell’adolescenza che la situazione iniziò a farsi complicata. Vedeva gli sguardi curiosi degli altri su di lui, i ragazzi che gli facevano domande, ma erano gli sguardi degli adulti che più gli facevano male. Il golf, oltre che essere la sua più grande passione, divenne anche il suo rifugio. All’età di 16 anni ebbe un crollo nervoso: grazie alla vicinanza della famiglia, degli amici, e di un aiuto psicologico dopo due anni riuscì a superare questo ‘blackout’.

“Ne sono uscito molto più forte”, dice Joakim, “Il golf è stato un grande aiuto e se non fosse stato per il golf forse non sarei qui”.

Joakim si è avvicinato al golf da bambino, grazie allo zio Kent, appassionato golfista: gli regalò un ferro sette, pensando che fosse un bel modo per appassionare il nipote.  Lo zio non si sbagliò: non passò molto tempo che Joakim aderì al programma junior presso il circolo più vicino, il Fullerö Golf Club. Qui la sua passione per il gioco esplose. I suoi progressi erano incredibilmente veloci e Joakim racconta: “Durante le vacanze estive, mamma o papà mi portavano al campo da golf alle sei o alle sette del mattino, e io restavo lì tutto il giorno, fino alle dieci di sera”. In soli cinque mesi portò il suo handicap di golf a 15 e capì che questo sarebbe stato il suo sport. “Mi piace perché dipende tutto da te, un bastone e una palla”.

Fonte: EDGA

Joakim Bjorkman, affettuosamente chiamato il re del gioco corto, ha una grande abilità attorno al green e con il putter, ma è la sua forza mentale la vera chiave per il suo successo. “Quando ti chiedi se fare o non fare qualcosa, allora dovresti semplicemente farla.

“Da quando ho superato il mio ‘blackout’ guardo sempre avanti, sia in campo che nella vita. Rende le cose molto più facili da gestire”.

Il legame di squadra è speciale per Joakim, “I giocatori sanno chi sono veramente, abbiamo conversazioni come tutti gli altri ragazzi e ci incontriamo anche oltre il golf”. Joakim annovera tra le sue amicizie anche Henrik Stenson “E’ come uno di famiglia con il quale si parla molto bene”.

Joakim Bjorkman conclude dicendo “Ogni giorno senza golf, non è un buon giorno, il golf significa tutto per me.”


Contenuti simili

Accoppiamoci in campo

I golfisti non si accoppiano abbastanza. E non mi riferisco a quel luogo comune raccontato da innumerevoli vignette…
Total
0
Share