La nuova Top 100 dei migliori campi al mondo

Ogni due anni l’attenzione del mondo del golf si rivolge alla redazione della rivista Golf.com, aspettando la pubblicazione della nuova classifica dei migliori 100 campi al mondo.

La nuova classifica per il biennio ’23-’24 è stata pubblicata nei giorni scorsi, con molte conferme e alcune novità.

Questa graduatoria, come tutte le altre, non è ovviamente perfetta. Il giudizio su un campo da golf è molto soggettivo e spesso dipende dall’esperienza generale che si ha durante il viaggio e durante la giornata nella quale si gioca.

La classifica di Golf.com però è riconosciuta a livello globale come la migliore e come lo standard al quale fare riferimento. Questo soprattutto perché i rater, ovvero coloro che giudicano i campi, sono 115 esperti di golf che lavorano nei più svariati ambiti del mondo golfistico e sono obbligati a visitare un numero minimo di percorsi durante il biennio. Nelle altre classifiche la maggior parte dei rater sono persone normali che pagano una quota molto alta per avere il privilegio di giocare campi privati.

 Come funziona la classifica

Citando Ran Morriset, capo redattore della classifica ed esperto editore di architettura di campi da golf: “ Per la nuova classifica dei migliori 100 campi al mondo, ad ogni giudice è stata consegnata una lista con 504 campi da valutare. Ovviamente, per valutare il percorso il rater deve dimostrare di averlo visitato recentemente, e il numero minimo di percorsi da valutare è 150. La votazione consiste nell’inserire il campo in una delle 11 categorie: partendo da top 3 al mondo, poi 4-10, 11-25, 26-50 e così via fino all’ultima opzione che è quella di non considerare il campo tra i primi 100 al mondo. La classifica finale viene poi stilata con una media tra tutti i voti. È un metodo volutamente molto semplice e diretto. “

Questo processo di votazione semplice, e la selezione accurata dei giudici, permette a Golf.com di produrre consistentemente la classifica più affidabile dei migliori campi al mondo.

Le novità dell’edizione ’23-‘24  

La vetta della classifica non è cambiata di una virgola, con Pine Valley saldamente al primo posto e nessun grande cambiamento tra i primi 50.

La nuova edizione però vede ben cinque new entries, tra le quali due campi esistenti che entrano in classifica per la prima volta, e tre appena inaugurati.

I campi appena aperti sono Te Arai (South) in Nuova Zelanda e Point Hardy sull’isola caraibica di St. Lucia, progettati da Coore&Crenshaw, e The Lido, il campo di cui abbiamo parlato in questo articolo, progettato originariamente da C.B. MacDonald e riportato in vita da Tom Doak.

Le new entry tra i campi esistenti sono Royal Cinque Ports, links britannico con più di 130 anni di storia, e Lofoten Links, meraviglioso percorso norvegese situato tra le scogliere del circolo polare artico.

Demografica

Andando ad analizzare la lista dei 100 migliori percorsi al mondo, spicca subito la quantità di percorsi negli Stati Uniti.

Nella classifica ci sono infatti ben 49 campi negli USA, seguiti dal Regno Unito con 26, l’Australia con 7, l’Irlanda con 4, la Nuova Zelanda con 3 e Francia, Giappone e Canada con 2.

L’eta dei vari campi è molto disomogenea e indica chiaramente le differenze qualitative nella storia dell’architettura dei campi da golf: 70 dei migliori 100 campi al mondo sono stati costruiti prima della seconda guerra mondiale. Dei restanti 30, 26 sono stati costruiti dopo il 1995, anno dell’apertura di Sand Hills.

In una lista dominata da campi americani è inevitabile che molti di essi siano inaccessibili al pubblico. Tra i 100 campi della lista, 45 sono privati.

Il dominio di Doak e Coore&Crenshaw

Negli ultimi due decenni il mondo dell’architettura di campi da golf è stato dominato da Tom Doak e la coppia Coore&Crenshaw. I due studi di architettura sono la prima scelta di chiunque abbia un buon terreno e voglia costruire un campo da golf, e questo dato si riscontra nella nuova classifica. Come detto prima, dei migliori 100 campi da golf al mondo, 25 sono “campi moderni”. Di questi 25, nove portano la firma di Doak, e otto quella di Coore&Crenshaw, seguiti da Gill Hanse con tre campi.

Il trend Europeo

L’Europa continentale non ha mai avuto una grande presenza nella classifica, e con il passare del tempo sono sempre meno i campi nella Top 100.

Questo in parte perchè la maggioranza dei nostri campi sono stati costruiti tra la seconda guerra mondiale e gli anni ’90, periodo certamente non famoso per la qualità dei campi da golf che si costruivano, e perchè molti terreni sulla costa che potrebbero ospitare campi meravigliosi sono protetti dalle leggi dell’Unione Europea.

Per questo motivo l’aggiunta di Lofoten Links e il fatto che Les Bordes sia ancora presente in classifica sono due ottime notizie. A questi si aggiungono il celebre Morfontaine vicino Parigi e Royal Hague in Olanda. Nota negativa è l’esclusione nell’ultima lista di Utrecht De Pan, meraviglioso percorso olandese che a mio parere merita la Top 50.


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