Il campo No. 3 del Medinah Country Club è uno di quei campi che tutti i tifosi europei ricordano con particolare emozione.
Questo percorso infatti, progettato originariamente da Tom Bendelow nel 1932, ha ospitato la drammatica Ryder Cup del 2012, ricordata come il “Miracolo di Medinah”.
In una delle Ryder più avvincenti di sempre, l’Europa capitanata da José María Olazábal mise in scena una straordinaria rimonta contro gli Stati Uniti nei singoli della domenica.
Il campo sulla quale si è svolta questa memorabile sfida però non esiste più.
Nonostante le emozioni regalate in questa Ryder, il campo mediocre e obsoleto necessitava di una completa trasformazione per valorizzare il bellissimo terreno sul quale sorge.
La rivoluzione di OGM
Da sempre il Medinah No. 3 era criticato per la mancanza di interesse strategico e di attrattiva estetica, causati principalmente dai fairway stretti, fiancheggiati da alberi, e da green artificialmente elevati.
Questi elementi e i bunker piatti e visivamente poco interessanti penalizzavano il potenziale del campo.
Inoltre, il Lago Kadijah, una caratteristica naturale mozzafiato, era sottoutilizzato, con ostacoli d’acqua posizionati trasversalmente piuttosto che lungo la linea di gioco.
Questi difetti contribuivano a un campo eccessivamente punitivo e poco stimolante.
La ristrutturazione completa del Medinah No. 3, guidata dallo studio di architettura di campi da golf australiano OCM Golf (Ogilvy, Cocking, Mead), ha reinventato il campo onorandone al contempo le radici dell’Età d’Oro.
Il progetto, completato lo scorso anno e aperto recentemente, ha combinato elementi di riprogettazione, rinnovamento e restauro, con i cambiamenti più drammatici concentrati nelle ultime sei buche.
Il team di progettazione si è basato fortemente su immagini storiche aeree, piani disegnati a mano e fotografie degli anni ’20 per restaurare la visione originale di Bendelow, incorporando al contempo elementi strategici ed estetici moderni.
Uno dei cambiamenti più significativi è stata la riprogettazione completa delle ultime sei buche.
Le principali modifiche includono:
- Una nuova 13ª buca che costeggia le rive del Lago Kadijah.
- La trasformazione della vecchia 17ª buca, il par 3 dove si sono decisi vari match della Ryder del 2012, in un par 4 corto in stile “Cape”.
- Una nuova e spettacolare 17ª buca, par 3 che si gioca in diagonale sul lago.
- Una 18ª buca riprogettata che segue il corridoio originale accanto alla prima buca, creando un gran finale adeguato al prestigio del club.
La riprogettazione ha soprattutto enfatizzato il ripristino del carattere naturale del terreno.
I green, i tee e i bunker artificialmente elevati sono stati “riportati a terra” per integrarsi armoniosamente con il terreno ondulato.
I bunker sono stati riposizionati per allinearsi con i rilievi naturali, migliorando l’attrattiva visiva e la complessità strategica. Il loro numero è aumentato da 70 a 100, con una collocazione più vicina ai green e lungo le principali linee di gioco.
I fairway sono stati allargati, incoraggiando i giocatori a considerare angoli e strategia nella pianificazione dei colpi, mentre l’introduzione di aree di rough naturale ha restaurato l’aspetto originario delle grandi praterie del Midwest.
Gli ostacoli d’acqua ora giocano un ruolo più integrale, posizionati in diagonale per premiare il gioco aggressivo ma lasciando opzioni per i giocatori meno audaci.
Medinah No. 3 è ora migliore che mai
Il nuovo Medinah No. 3 è un trionfo del design moderno dei campi da golf. I suoi fairway ampi, i bunker strategici e i green ondulati sfidano i giocatori a ragionare sul percorso piuttosto che limitarsi a eseguire colpi perfetti.
Le buche finali reimmaginate offrono una conclusione emozionante, garantendo un’esperienza memorabile sia per i dilettanti che per i professionisti.
La ristrutturazione non solo ha migliorato la giocabilità, ma ha anche restituito al campo il suo fascino e splendore visivo. L’integrazione armoniosa di strategia, varietà e bellezza naturale assicura che il Medinah No. 3 non sia più solo una sede impegnativa per i tornei professionistici, ma anche un piacere da giocare per i dilettanti.
Il campo ospiterà la Presidents Cup nel 2026, tornando sugli schermi di mezzo mondo con una nuova identità, dimostrando che una riprogettazione ben pensata può portare allo splendore anche campi da sempre considerati mediocri.