Paul Ellison: l’ex caddie dell’Old Course

Per chi gioca a golf, l’aria di St Andrews è magica. Giocare nella “House of golf” ha un fascino unico, percorrere quei fairways che hanno visto protagonisti i più grandi golfisti di tutti i tempi, da Allan Robertson, Jamie Anderson, Robert Forgan, il duo leggendario Old Tom e Tom Morris, senza dimenticare le prodezze di Seve Ballestreros, per tutti noi è la realizzazione di un sogno.

Ho conosciuto Paul Ellison a Saint Andrews svariati anni fa, in occasione dello Scottish Open for Disabled. Sapendo che ero italiana, mi ha chiesto quali erano i campi più belli in Italia. “E tu da dove vieni?” gli chiedo. “Ma io abito qui” mi risponde con un sorriso.

Paul Ellison, nato e cresciuto a Saint Andrews, Fife, Scozia, nonché socio dell’Old Course, continua raccontandomi che avrà percorso – sia come caddie che come giocatore – i ‘sacri’ fairways per più di cinquemila volte.

Fonte: EDGA

Per molti ragazzi di Saint Andrews diventare caddie è qualcosa di naturale, accompagnare i turisti e dare loro i consigli giusti sul gioco è nel loro DNA. Tra i clienti famosi di Paul c’era anche Samuel L. Jackson.

Poi, all’improvviso, Paul ha come un tilt. Il lavoro di caddie si fa sempre più faticoso, il suo fisico non riesce più a reggere l’impegno di 18 buche con la sacca sulle spalle. Ha dolori sempre più frequenti. I medici non riescono a capirne la causa. Solo dopo alcuni anni gli viene diagnosticata una paraplegia spastica ereditaria, una patologia congenita e progressiva che causa il deterioramento dei nervi lunghi della colonna vertebrale, causando rigidità e spasticità delle gambe.

“Può sembrare strano, ma il conoscere finalmente la causa dei miei dolori mi ha sollevato.”

Paul spiega che il dolore è la parte più debilitante della sua condizione, e ottenere il farmaco giusto è una battaglia costante, “ogni passo è doloroso” – dice – “ma alcuni giorni sono migliori di altri”. Praticando pilates per allungare i muscoli e i tendini e mantenendosi attivo, spera di rallentare qualsiasi progressione che ridurrebbe ulteriormente la sua mobilità e l’impossibilità di camminare senza assistenza.

Chiedo a Paul quali di cambiamenti avrebbe bisogno il golf per renderlo più inclusivo per i disabili. “Nessuno. Occorrerebbe solo rendere le strutture e il campo più accessibili”.

Tra le qualità che ogni buon caddie deve avere è uno sviluppato senso di osservazione per capire il percorso e il tipo di gioco da impostare. Questa è senza dubbio la marcia in più di Paul.

Paul Ellison sarà impegnato nelle prossime due tappe dell’Edga Tour in Portogallo.


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