Pro-Am Memorial Bordoni: i buoni Maestri si riconoscono sempre

Giocare a golf è un continuo processo di apprendimento. È un percorso – accidentato – in cui si impara sempre qualche cosa, sia sul gioco, sia su se stessi.

Naturalmente non è solo questo: è anche socialità, divertimento, frustrazione e ansia.

E molto altro.

Grazie a Federgolf e al Direttore Tecnico Matteo Del Podio, ho avuto la bella opportunità di partecipare alla Pro-Am del Memorial Giorgio Bordoni by AON al Golf La Pinetina come componente di un team di golfisti della Nazionale Paralimpica. Con me c’erano Mario Gazzetta, neo vincitore della classifica stableford dell’Open Disabili al Conero e Roberto Granatiero.

Sette, forse otto anni fa – il movimento del golf per disabili era agli inizi ed io giocavo da poco – avevo già avuto modo di partecipare alla Pro-Am del Memorial Bordoni. Ricordo che arrivai un po’ spaurita, giocai peggio del solito (a parte uno o due putt) e non mi resi conto di nulla, se non che non sapevo giocare a golf. Ma comunque ero disabile, e si sa, a noi disabili piace sempre fare un po’ i fenomeni.

Quest’anno ci tenevo in particolar modo ad esserci, per svariati motivi: giocare su green ‘tirati’ in vista del G4D Open, vedere se il campo era davvero così difficile come lo ricordavo, ed io… sarei stata la medesima della volta precedente?

Al mio arrivo alla Pinetina piove, sembra novembre. Chissà se si potranno usare i golf car, per noi è impossibile fare 18 buche a piedi.

Dopo poco mi raggiunge Mario Gazzetta: ma non preoccuparti, mi dice, i golf car dovranno seguire le indicazioni date dalla segreteria, se continua a piovere forse giocheremo solo 9 buche, e poi mancano ancora due ore, il tempo potrebbe migliorare.

Ed infatti, poco dopo smette di piovere.

Ecco, arriva anche Roberto Granatiero.

Il nostro pro è Lorenzo Magini, maestro ad Archi di Claudio, circolo sede dell’AIDGolf, l’associazione dei golfisti disabili italiani che organizza il nostro tour nazionale. Migliore scelta non poteva esserci!

Il campo è difficile come lo ricordavo, ancora di più perché bagnato. Ma è bellissimo!

Osservo il nostro pro: dove va il suo sguardo, cosa annota, la strategia di gioco.

I ragazzi tirano forte, io purtroppo sono spesso corta, il putt però mi dà alcune belle soddisfazioni. Continuo a pensare di non saper giocare a golf, ho bisogno dei miei maestri Camilla Mortigliengo e Giovanni Dassù.

Non arriviamo a premio, ma comunque ci siamo ben difesi piazzandoci a metà classifica.

Credits: Alessandra Donati

Ma, alla fine, cosa è cambiato rispetto alla volta precedente?

È cambiato che in campo non mi sento più disabile.

Non è uno scherzo o uno slogan motivazionale inneggiante alla resilienza, inclusione, e così via.

Sono semplicemente una scarsa giocatrice di golf.

Sì, ho fatto dei passi avanti, ma comunque ha ancora tanto da imparare, anzi, non finirò mai di imparare.

Cerco sempre di imparare dai buoni Maestri.

Perché i buoni Maestri si riconoscono sempre.

E Giorgio Bordoni – che purtroppo non ho mai conosciuto personalmente – era un grande Maestro.


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