Riccardo Bianciardi: Il golf, un lampo a ciel sereno!

Riccardo Bianciardi ha iniziato a giocare a golf nel 2004: frequentava la 2° media e partecipò ad un progetto di avviamento al golf organizzato dalla sua scuola ed il Circolo Golf Abbadia, di cui è ancora socio.

E’ reduce da un bel successo nell’ultimo Open d’Italia Disabili disputato al Golf Royal Club I Roveri a Torino: 1° classificato nella categoria strokeplay netto  (67, 65) e 2° italiano nella categoria strokeplay lordo (83, 81).

‘Sono felicissimo non tanto per il premio, ma perché ho giocato veramente bene, un risultato inaspettato. L’importante per me è vincere contro il campo’ dice Riccardo.

‘Il golf per me è stato un lampo a ciel sereno –  prosegue – A causa dei miei problemi fisici ho sempre avuto difficoltà negli sport, ma appena mi sono avvicinato al golf ho subito capito che era lo sport adatto a me e che potevo avere dei buoni risultati’.

Riccardo a causa di complicazioni insorte nel periodo pre-natale, ha dei problemi agli arti inferiori, al bacino, inoltre ha una semi-paresi che limita l’uso del braccio destro.

La sua infanzia è trascorsa tra gessi, reparti di ortopedia e fisioterapia.

Al Circolo Golf Abbadia conosce il maestro Joe Aveta, che si prende a cuore il ragazzo. Lo segue e lo aiuta nei suoi progressi.

Riccardo, a causa dell’uso limitato del braccio destro, e grazie all’impegno della mamma Sandra, ha imparato a scrivere con la sinistra, ma il maestro Aveta capisce che il suo swing è migliore giocando da destrimano.

All’epoca l’handicap di otteneva giocando almeno 36 su 18 buche,  e Riccardo Bianciardi si impegnò duramente per tutta la stagione per raggiungere l’obiettivo, e ci riuscì.

Il più emozionato ed il più felice del risultato fu proprio il maestro Aveta, verso il quale Riccardo continua a provare un grande affetto.

Riccardo aveva 12/13 anni quando, facendo gli esami clinici per il certificato medico agonistico necessario per poter far parte del Club dei Giovani del suo circolo, si accorge che qualcos’altro nella sua salute non andava bene.

I problemi che aveva avuto nel periodo pre-natale avevano influito negativamente anche sull’attività renale. In poche parole, i suoi reni erano sottodimensionati, causando un’insufficienza che si sarebbe sempre più evidenziata con la crescita e lo sviluppo.

Inizia così una dieta severa, cercando di tenere sotto controllo la situazione.

Col passare del tempo però lo stato dei suoi reni – come avevano previsto i medici – continua a peggiorare, fino a che Riccardo si trova davanti ad un bivio: o dialisi o trapianto.

La mamma di Riccardo, la signora Sandra, prende così una decisione irrevocabile: donerò io un rene a mio figlio.

Nel 2018 avviene il trapianto, ma purtroppo qualcosa non va, e il rene della mamma deve essere espiantato.

Da allora Riccardo è dipendente dalla dialisi che deve fare ogni 3 giorni, in attesa di un rene nuovo.

Ogni trasferta che compie deve essere organizzata in modo tale da permettergli di poter fare la dialisi.

E’ successo anche durante l’Open a Torino, dove si è dovuto recare al Centro Dialisi della città piemontese il giorno precedente la gara.

Ora Riccardo Bianciardi gioca con un handicap 11,5, ma il suo desiderio – senza fretta, precisa – è arrivare ad essere un giocatore  ‘one-digit’.

Da maggio di quest’anno la Federazione Italiana Golf  lo ha inserito tra i giocatori di interesse nazionale (GIN) del settore para olimpico, e confessa che il poter vestire la maglia della Nazionale lo motiva e lo carica ancora di più.

Nella vita fa il cassiere alla Coop, ed è appassionato di ballo, in particolare salsa e bachata.

Riccardo ringrazia i genitori, mamma Sandra e babbo Silvano, che in ogni situazione lo supportano e lo incoraggiano, e  la fidanzata Giovanna al suo fianco da un anno.

“Il bello di questo sport – conclude Riccardo –  è la sfida contro il campo, contro se stessi e la voglia di migliorarsi continuamente. In questi due anni, in cui ho iniziato a conoscere e giocare anche con altri golfisti disabili, ognuno con le proprie caratteristiche, ognuno affrontando le proprie difficoltà e continuare comunque a giocare, è per me una motivazione in più per non arrendermi, per migliorare giorno dopo giorno”.


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