Rose e spine

La statunitense Rose Zhang ricorderà queste due settimane appena passate per tutta la vita. Il 22 maggio ha vinto il suo secondo titolo NCAA, il 24 maggio ha compiuto 20 anni, il 26 maggio è diventata professionista, il 4 giugno ha vinto il suo primo torneo LPGA.

Le premesse c’erano tutte: da amateur Rose Zhang ha mantenuto la testa del ranking mondiale per ben 141 settimane consecutive.

Dopo il suo passaggio a professionista, Zhang ha ricevuto l’invito di uno sponsor al Mizuho Americas Open, un evento che si è svolto per la prima volta al Liberty National Golf Club ed è stato ospitato da Michelle Wie West.

Non si aspettava di vincere. E forse una parte del suo successo sta proprio qui.

Per trovare un’altra golfista capace di un simile exploit dobbiamo tornare indietro al 1951 con Beverly Hanson, e questo la dice lunga sul talento di Zhang.

Con questa vittoria Rose Zhang è entrata a pieno titolo nell’LPGA, guadagnando punti validi per il Race to CME Globe. Questo significa anche che potrà giocare alla Solheim Cup del prossimo settembre per il Team USA, e sono sicura che lo spettacolo golfistico sarà assicurato.

Ma non c’è rosa senza spine.

Mentre guardavo la debuttante Rose Zhang giocare e poi vincere sull’LPGA, il ‘maledetto’ Facebook mi ha proposto una serie di ricordi dello scorso anno. Ero al Golf Margara per il Ladies Italian Open, gara inserita nel circuito del Ladies European Tour. Giornate stupende, una festa internazionale del golf femminile, oltre che essere un importante  banco di prova per le nostre ragazze amateur, grazie alle wild card.

Vorrei però fare un appello affinché nel 2024 questo evento possa di nuovo essere inserito in calendario: le nostre ragazze se lo meritano.


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