Seppellitemi in un Pot Bunker!

Cos’è un pot bunker? E’ un piccolo bunker circolare ma profondo con pareti ripide. I pot bunker si trovano più comunemente sui percorsi links.

No, non sono io a voler essere seppellito, anche perchè la sabbia di un bunker non mi attira particolarmente.

E’ il titolo di un libro che merita, come Pete Dye, il suo autore, un grande attenzione.

E dal momento che questa settimana il  The Players”, torneo simbolo del PgaTour che compie 50 anni si gioca  proprio su uno dei suoi capolavori, pensavo fosse giusto onorarlo ricordandolo.

Bury Me in a Pot Bunker (questo il titolo originale) è ricco di  preziose informazioni su come Dye, entrato nella Hall of Fame del Golf, riesca ad ingannare i golfisti di ogni livello di gioco. Il testo elargisce consigli di strategia di gioco sia per i suoi percorsi che per tutti gli altri attraverso la comprensione della mentalità inquietante dell’architetto.

 Sono incluse anche le filosofie di design di Pete e i divertenti  “Dye-ismi” che raccontano la sua straordinaria carriera.

Diabolicamente difficili e spettacolarmente belli.

E’ una delle tante meritate definizioni dei suoi percorsi.

Rory McIlroy ha detto “La maggior parte dei corsi di Pete Dye sono sfide mentali più che fisiche”. “Il modo in cui Pete entra in una proprietà e la percepisce è piuttosto impressionante. I suoi percorsi costruiti per i tornei sono difficili, ma c’è una buona ragione dietro ogni cosa . Abbiamo parlato per ore. Ottenere la sua opinione è stato inestimabile.”

Dye ci ha lasciato 4 anni fa all’età di 94 anni.

Voleva incontrarsi di nuovo con Alice, sua moglie, mancata 1 anno prima all’età di 91.

Lei è stata sempre al suo fianco e insieme, quelli che conoscono Dye dicono che la coppia ha creato la magia nel design del campo da golf.

Il nome di Pete Dye può infatti spesso essere collegato ai percorsi, ma i due insieme hanno fatto  scattare tutto.

Si sono rispettati a vicenda anche quando non erano d’accordo, ha detto un loro conoscente di Carmel. Come se i loro percorsi fossero anche frutto del loro amore.

Alice è sempre stata la più pratica, disse una volta Dye, e quella praticità portò al famoso green della 17 al TPC di Sawgrass che fu un idea della moglie.

Una mattina Pete si svegliò e chiese alla moglie di accompagnarlo sul cantiere della buca 17.

“Sono messo male”, le disse Dye. “La terra sulla quale stavo per mettere il green della 17 era ricca di materiale meraviglioso e l’ho scavato tutto… e dove stavo per mettere il green, ho un buco enorme”.

Alice guardò il campo e si rese conto che suo marito avesse ragione. Non c’era posto nè a destra nè a sinistra, o davanti o dietro l’enorme scavo per mettere il green.

Chiese allora perché non fare il green proprio nel mezzo e riempire il buco con dell’acqua?

Ed è proprio quello che successe.

Era alla fine degli anni ’70 e Dye ricorda sempre di aver pensato quanto fosse fortunato ad aver sposato questa donna quasi tre decenni prima.

Nel corso della loro vita, Pete e sua moglie Alice, hanno progettato più di 130 percorsi di campionato di alto profilo. Dal “primogenito” Crooked Stick, dove abitavano accanto al fairway della 18 al TPC a Sawgrass in Florida e al Golf Club Franciacorta in Italia. Dal Citrus Golf Club in California a Whistling Straits nel Wisconsin.

Nessun altro architetto di golf moderno ha costruito così tanti campi ospitanti diverse edizioni di tornei Majors nel mondo.

La loro immaginazione e il loro approccio innovativo hanno rivoluzionato il design del campo da golf, e Pete sarà uno dei più grandi di tutti i tempi.

 


Contenuti simili

Il Classic ne fa quasi 100

Voglio chiamarlo come l’ho conosciuto: Byron Nelson Classic. La sua lunga storia risale al 1926 quando era inizialmente…
Total
0
Share