Swinghi veloce? Abbasserai l’handicap

Se non vi siete ancora iscritti in palestra, forse è giunto il momento di farlo. E non solo perché la prova costume è ormai dietro l’angolo, ma anche perché il vostro golf ne potrebbe risentire in maniera più che positiva: ormai ce lo suggerisce anche la scienza.

Per dire: i risultati di una recente ricerca condotta dal professor Daisuka Ichikawa della Toyo University, in Giappone, hanno stabilito che l’abilità di swingare il bastone più velocemente comporta una parallela diminuzione dell’handicap di gioco.

Per essere più precisi, lo studio di Ichikawa, condotto su una trentina di golfisti di diverse abilità, ha stabilito che a ogni metro per secondo in più di velocità della testa del bastone corrisponde un abbassamento dello score medio di 1 colpo e mezzo.

In buona sostanza, più rapidamente swinghi, più rapidamente cali di handicap.

Fin qui i risultati dello studio sarebbero in fondo rose e fiori: basterebbe mettere a posto il fisico per giocare decisamente meglio. E però, c’è un però… Il professor Ichikawa ha infatti anche stabilito che per passare da una media di 94 colpi a una di 74, ovviamente non è sufficiente swingare come Flash Gordon.

Il 60% della differenza tra lo score di un giocatore con handicap vicino allo zero e un giocatore con handicap intorno al 20 sta anche altrove e più precisamente in:

  • Un angolo di attacco più alto;
  • Una minore variazione del club path;
  • Una minore variazione dei gradi della faccia del bastone all’impatto.

Soffermiamoci per un secondo su quest’ultimo punto: la ricerca della Toyo University ha infatti stimato che i golfisti con un handicap alto hanno all’impatto con la palla l’angolo della faccia del bastone che varia di 3,5 gradi verso destra o verso sinistra, mentre quelli con un handicap basso hanno in media una variazione di 2,3 gradi.

Sono numeri che a prima vista sembrerebbero insignificanti, ma tenete conto che per ogni grado in più o in meno, c’è una differenza di 10 yard a destra o sinistra del volo della pallina. Il che è tantissimo.

Quindi, va bene andare in palestra, ma anche in campo pratica ogni tanto, non farebbe male.

 

 


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