Dopo aver passato oltre dieci anni alla guida dell’European Disabled Golf Association, Tony Bennett fa il punto della situazione.
“La disabilità può colpire tutti, indiscriminatamente”, dice Tony Bennett, “Non importa se sei ricco e famoso. Prendiamo ad esempio Tiger Woods, anche lui ha quasi perso una gamba in quello spaventoso incidente d’auto, rischiando seriamente di diventare un golfista disabile”.
Certo, Tiger Woods è stato fortunato, altri no. Questa rubrica vuole mostrare come il golf continui ad essere accessibile ed accolga a braccia aperte chiunque, offrendo opportunità di gioco e divertimento a tutti i livelli.
“Il golf è lo sport ideale per le persone con disabilità” – prosegue Tony Bennett – “Il fatto che la palla si giochi quando è ferma è uno dei suoi grandi punti di forza, sia che si abbiano problemi di mobilità, sia gravi problemi alla vista”.
L’EDGA Tour continua a crescere, nel 2022 ha raggiunto la bella cifra di un centinaio di eventi svolti in Europa, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda.
Il G4D Tour (Golf for Disabled Tour), che si svolge in concomitanza con alcuni dei più grandi tornei del DP World Tour, offre una visibilità di alto profilo, e aiuta a promuovere ed ampliare tutto il movimento. Come già illustrato, quest’anno il G4D Tour avrà un programma ampliato e prevederà anche un ordine di merito stagionale.
Anche la novità dell’inserimento della Regola 25 nelle Regole del Golf in vigore da quest’anno è un grande passo in avanti nell’inclusione.
“Per anni queste regole erano raccolte in un opuscolo a parte, facendo sentire diversi i giocatori con disabilità. Ora non più. I giocatori con problemi di mobilità e non vedenti possono ottenere aiuti, ma comunque partiranno dagli stessi tee, sullo stesso percorso. Il gioco è comunque il medesimo. Finalmente il mondo si è svegliato”.
Vale la pena ricordare il caso risalente ad una ventina di anni fa che riguardò il professionista statunitense Casey Martin: affetto da una malformazione congenita ad una gamba, per poter vedere riconosciuto il proprio diritto all’uso del cart da parte del PGA, dovette ricorrere al tribunale.
Restando in Italia, invece, ad un giovane Tommaso Perrino l’uso del cart fu vietato, e dovette giocare a piedi con le stampelle.
Tony Bennett prosegue: “L’obiettivo principale di EDGA è fornire opportunità. Poi spetta ai giocatori impegnarsi, sia che vogliano farlo a livello ricreativo nel proprio circolo, o partecipare alle gare del circuito EDGA.Se qualcuno ha la voglia e la passione di arrivare in alto, deve avere la possibilità di poterlo fare, ed è qui che si concentra il nostro lavoro. Ora sono aperte strade che prima erano chiuse.
Abbiamo avuto giocatori che hanno partecipato ad importanti eventi amatoriali, come il Brabazon Trophy e l’Amateur Championship. Questi sono eventi che fanno parte del processo di sviluppo di qualsiasi golfista. Sono sicuro che presto vedremo golfisti con disabilità partecipare alle Qualifying School per entrare nei principali circuiti. Non c’è alcun motivo per cui non dovrebbero provarci”.
Ma rimane un altro obiettivo da raggiungere.
“Abbiamo presentato la nostra proposta per portare il golf alle Paralimpiadi” dichiara Bennett “Speriamo di ricevere una buona notizia a breve”. La speranza è quella di poter vedere il golf alle Paralimpiadi di Los Angeles del 2028. “Indipendentemente da questo, EDGA continuerà comunque la propria attività mirata a rendere il gioco del golf sempre più accessibile”.