La vergogna, sentimento “cancellato” dai filtri dei social

 

La vergogna, sentimento cancellato dai filtri dei social. Prendo spunto da una dichiarazione che mi ha fatto riflettere molto sulla capacità di prendersi le proprie responsabilità, e mostrarsi al mondo (e a se stessi) come si è. Senza filtri.

Marco Fassinotti, altista italiano, ex detentore del record nazionale indoor della specialità, alla finale del salto in alto maschile agli Europei 2022 di atletica in quel di Monaco di Baviera, è rimasto escluso all’inizio della prova decisiva, non superando per 3 tentativi consecutivi l’altezza di 2,18 metri.

Al termine della prestazione, vistosamente deluso, intervistato in diretta televisiva, con grande onestà, ha detto

Sono dispiaciuto, molto dispiaciuto ad esser sincero; 2,18 di solito lo faccio al termine di un brutto allenamento. Qui le condizioni erano difficili ed è andata molto male. Devo dire che mi vergogno.

Ascoltando queste parole ho percepito una grandissima assunzione di responsabilità, dote ormai in disuso sopratutto (non me ne vogliano) grazie ai genitori, sempre pronti a fornire una scusa ai propri pargoli, in modo che la causa di qualsiasi loro fallimento sia sempre qualcosa o qualcun altro.

A questo si aggiunge che i social permettono di mostrare solo la parte migliore di te, solo i successi, a volte, perché no, filtrati da tutto ciò che non ti piace, diventando davvero difficile capire chi sei veramente. Fermati un minuto.

L’immagine di te, quanto corrisponde al vero “TE”?

Il fatto di vergognarsi di una prestazione, ha un’importanza enorme per la propria crescita personale e professionale. Infatti significa essere consapevole delle tue abilità (se non sei in grado di fare nulla di meglio di ciò che hai fatto, difficilmente sarai deluso da quella prestazione) e metterti in discussione per capire cosa non sta funzionando.

Ti faccio un esempio. Sei un golfista con hcp one digit e nell’ultima gara hai chiuso un giro in +20. Ci sono due alternative: puoi uscire dal campo comunque soddisfatto, oppure no.

Non tutte le ciambelle riescono col buco, ma sapendo in cuor tuo di aver dato il tuo meglio rispetto a quella giornata, non proverai vergogna per una prestazione così inferiore alle tue abilità, e accetterai la cosa senza grandi difficoltà.

Viceversa, se quel giorno la tua prestazione è stata pessima perché non sei riuscito a mantenere la concentrazione, hai buttato via colpi su colpi per l’incapacità di gestire la tua mente e il tuo atteggiamento, a fine gara sarai arrabbiatissimo con te stesso e molto deluso.

E molto probabilmente ti vergognerai, non tanto per il risultato in sé, ma per ciò che hai imparato di te.

Se difronte a questa delusione manca l’assunzione di responsabilità e viene concessa o cercata una scusa qualunque (normalmente si adduce alla sfortuna), il rischio è che continui a collezionare giri di golf assolutamente sotto le tue capacità, creando un nuovo pattern di comportamento negativo (ti ho lasciato il link dell’articolo sui paradigmi di comportamento).

Viceversa, se facendo il punto post gara sarai in grado di riconoscere le tue mancanze, senza trovare giustificazioni ma cercando invece di imparare da questa sconfitta, ne uscirai molto più forte.

Ricorda che il primo a cui nascondi le cose che non ti piacciono, usando filtri e scuse varie, se TU! Solo accettandoti e assumendoti le tue responsabilità sarai in grado di migliorarti e ritrovare la motivazione.


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