Tra i paesaggi verdi e rigogliosi della Cantabria, nel profondo nord della Spagna, esiste un campo che racchiude tutta l’anima autentica del golf iberico: Santa Marina Golf. Siamo lontani dalle affollate coste del Sud e dagli scenari più battuti dal turismo di massa. Qui, tra pascoli, scogliere, borghi di pietra e l’oceano Atlantico che si intravede all’orizzonte, Severiano Ballesteros ha disegnato il campo della sua terra natale, un percorso che è un omaggio personale al golf e alla sua storia.
Dove nasce Santa Marina Golf
Santa Marina si trova a San Vicente de la Barquera, nel cuore della Cantabria, una regione spagnola poco conosciuta dai golfisti italiani, ma straordinaria per chi cerca natura, cultura e autenticità. Conosciuta per i suoi paesaggi montuosi, le spiagge selvagge e i villaggi marinari, la Cantabria è un piccolo tesoro che merita di essere scoperto — soprattutto se si ama il golf vero.
Severiano Ballesteros, uno dei più grandi giocatori della storia, era originario di Pedreña, a meno di un’ora da qui. E proprio in questa zona ha deciso di realizzare l’unico campo progettato interamente da lui in Spagna, quasi a voler lasciare un’eredità duratura nella sua terra. Santa Marina non è un campo commerciale: è un luogo intimo, tecnico, pensato per mettere alla prova i golfisti e regalare emozioni in ogni colpo.
Un campo per chi ama ragionare
Fin dalla buca 1 capisci subito il tono della giornata: un par 5 tutt’altro che semplice, in cui i più lunghi possono tentare il green in due colpi… ma con rischio. Ogni buca ha una personalità propria, e il campo alterna tratti di pianura a buche che si arrampicano tra le colline o scendono tra le valli. Gli ostacoli d’acqua sono ben piazzati, i green sono tecnici, e le pendenze del terreno richiedono precisione e visione strategica.
Ballesteros ha voluto creare un percorso che stimolasse la mente e la creatività, esattamente come lui giocava.
L’Amen Corner di Santa Marina: buche 4, 5 e 6
Come in ogni campo serio che si rispetti, anche Santa Marina ha il suo Amen Corner. Le buche 4, 5 e 6 rappresentano probabilmente la parte più tecnica e impegnativa del tracciato. Una sequenza micidiale dove ogni errore si paga caro.
- La 4 , par 3, mette alla prova il gioco corto con un tee-shot delicato a un green ben protetto dalla parete di roccia retrostante e da un ruscello frontale.
- La 5 è una buca di strategia pura, un dog-leg a sinistra dove il posizionamento del tee shot condiziona tutto il colpo successivo.
- La 6, infine, è un par 3, all’apparenza innocuo ma con ostacoli naturali e pendenze del green che mettono alla prova anche i giocatori più esperti.
Superare questo trittico senza perdere colpi è una soddisfazione enorme. Qui il campo comincia davvero a farsi sentire.
La buca più iconica: la 11
Ma se c’è una buca che ti resta nel cuore, quella è senza dubbio la 11. Un par 3 in discesa, con il tee rialzato e il green incastonato tra le colline. Quando ti fermi un attimo a guardarti attorno, davanti hai la vista sulle vallate della Cantabria e l’oceano Atlantico sullo sfondo. Uno di quei momenti in cui ti ricordi perché ami giocare a golf.
Il vento qui può giocare brutti scherzi, e anche se sembra “solo” un par 3, non va mai sottovalutata. Ma a prescindere dal risultato, è una buca da fotografare e da ricordare.
Un campo che racconta Seve
Giocare a Santa Marina non è solo fare 18 buche. È un’esperienza culturale, sportiva ed emotiva, in cui senti il respiro di un campione che ha voluto lasciare un’impronta indelebile nella sua terra. Il campo è impegnativo, ma anche sincero: ti premia se giochi bene, ti punisce se non sei concentrato.
È il golf vero, come lo immaginava Seve.
Puoi vedere tutta la mia esperienza nel video GOLF IN CANTABRIA – SANTA MARINA GOLF sul mio canale YouTube The Travel Birdie e scoprire di più su thetravelbirdie.com.