Ci eravamo lasciati tempo fa con un articolo riguardante la possibilità di un Golf più Green: avevamo parlato con Stefano Boni di un golf più sostenibile; lui ci ha fatto sognare e ci ha aperto un mondo. Ma prima che finiscano le vacanze, sotto a una fresca e meritata doccia (di massimo 3 minuti), proviamo nuovamente a riflettere sul tema: come può il golf, più in generale, diventare verde? In questo articolo ci godiamo una bella lavata di capo parlando di Golf e GEO Foundation.
Tranquilli, non serve lo shampoo. Se siete ancora freschi dell’articolo precedente, iniziamo subito a riflettere.
Cos’è la Geo Foundation?
GEO Foundation for Sustainable Golf è una organizzazione non-profit internazionale, fondata più di quindici anni fa, il cui compito è:
- Ispirare
- sostenere
- premiare…
No, non le nostre “prestazioni golfistiche”! Ma azioni di sostenibilità concrete e credibili volte a rafforzare e promuovere il valore sociale e ambientale del golf.
L’organizzazione rimane l’unica al mondo interamente dedicata a questa missione, lavorando in collaborazione con gruppi e persone nel mondo del golf (e dintorni) per fornire strategia, programmi e riconoscimenti attendibili.
Ok, la doccia scorre: ce la fai un po’ più semplice?
No; questa volta “farla semplice” non è possibile.
Parlare di sostenibilità (anche nel golf) non è mai semplice perché richiede una cooperazione di individui: ruoli, progetti, imprese, intere comunità. E chi “la fa semplice”, forse non ha compreso pienamente né la complessità dello spirito del golf, né il concetto di sostenibilità.
Potremmo dirvi che la Fondazione si occupa di certificazioni Green: basterebbe a capire l’ampiezza del progetto?
No! Perché la visione della fondazione GEO prevede macro punti di sviluppo quali:
- Promuovere la natura;
- Promuovere la conservazione delle risorse;
- Far intraprendere azioni climatiche sostenibili;
- Rafforzare le comunità tramite il golf;
- Condividere le idee i risultati ottenuti (anche tramite piattaforma OnCourse)
- Certificare i risultati raggiunti in tema green.
Il tema è complesso anche da un punto di vista pratico perché per raggiungere tali obiettivi serve tecnica, ingegneria, attenzione, dialogo e…tempo; lo abbiamo capito.
Ma qualche esempio, giusto per “semplicità”?
Ok, e sia:
-
Avete un campo da Golf?
Se avete in mente soluzioni (o avrete già fatto sforzi) per ridurre l’uso di diserbanti, l’utilizzo idrico ed energetico, se avrete cercato di promuovere la parità di genere o di accessibilità, potrete avere la consulenza e la certificazione GEO necessarie a dare la giusta credibilità alla vostra lungimiranza.
(Per dovere di cronaca dobbiamo dire che i Direttori dei Circoli Italiani conoscono già molto bene le opportunità, e tanti Club si sono già certificati).
-
Siete organizzatori di Eventi?
Vale lo stesso per voi…
Anche Gli Eventi golfistici possono essere certificati e ricevere consulenza per:
- Accessibilità
- Promozione Giovanile
- Beneficenza
- Sostenibilità generale dell’evento.
(Tutto ciò, anche a livello comunicativo per gli sponsor, avrà un bel valore aggiunto…)
E poi la fondazione attua tantissime iniziative per far capire quanto il golf è (e può essere) un “driver” educativo, culturale e comunitario importante; si parte dal golf, insomma, ma si va anche oltre.
Di questo si occupa GEO Foundation:
Gli obiettivi dell’agenda 2030 sono molti e molto importanti, e stanno diventando sempre più urgenti.
Sappiamo bene che non sono raggiungibili dall’oggi al domani (né nel golf né al di fuori) ma noi individui possiamo, nel nostro piccolo, iniziare a: rispettare il gioco ed il campo, alzare i pitchmark per il prossimo, giocare con tee di bamboo e tante altre piccole cose…
Ops, è già tempo di chiudere il pezzo e la doccia, tre minuti sono già passati.
(Abbiate pazienza, ho anche finito lo shampoo ma, per fortuna, era bio.)