Shock rock all’Olgiata

Torniamo  al 1996 quando, uno dei primi giorni di primavera entrando nel Pro shop dell’Olgiata Golf Club di Maura Grappasonni, vidi un individuo abbastanza particolare aggirarsi nei pressi delle vetrine.

Molti personaggi avevano varcato la soglia di quel negozio ormai consumata dal continuo calpestio dei chiodi di ferro: Sean Connery, Burt Lancaster, Costantino Re di Grecia in esilio, Mogol, Alberto Sordi, Telly Savalas (in arte Kojak), Yul Brynner, solo per citarne alcuni.

Non so quindi cosa potesse distogliere Maura dalle proprie faccende se non questa enorme scritta “Arizona” sulla felpa bianca che indossava questo signore di mezza età tutto vestito di bianco con i capelli  neri e lunghi.

Magari sperava nell’acquisto di un maglione di cachemire visto che fuori la temperatura rasentava i 10°, oppure non sperava proprio nulla.

Io nel frattempo dopo il saluto di rito ad una delle signore più importanti del golf italiano (Ugo che da lassù ci ascolta sicuramente sorride..) avevo già iniziato ad aprire qualche cassetto della  mia memoria.

Ai tempi infatti per guadagnarmi qualche lira lavoravo per una società che produceva una trasmissione musicale per la quale mi occupavo anche di redigere le dichiarazioni Siae.

La quantità di video musicali e di brani che masticavo ogni settimana era impressionante.

Tuttora mi ritrovo a ricordare senza problemi autori ed editori di diverse centinaia di brani.

In pochi secondi il ricordo diventa nitido e senza lasciar passare un attimo mi rivolgo al signore e gli chiedo se fosse Alice Cooper.

Il volto del personaggio si illumina e si rivolge a me con un sorriso a denti ricostruiti: “Yeah! Nice to meet u maaaaan!” ( trad. Si! Piacere di conoscerti!) 

Era lui. Il mitico pioniere dello shock rock, un musicista teatrale e controverso, un vero genio del male più sopra che fuori dal palco, che stentavo a riconoscere perché privo del look cadaverico che normalmente utilizzava in concerto. 

L’altro accessorio mancante era un serpente che normalmente avvolgeva il suo collo durante le performance canore per aumentare questo senso di horror/ trash tipico dei suoi brani che come argomento trattavano di morte e necrofilia.

Uno splendido quadretto no?

Eppure Alice giocava a Golf! 

E come giocava!

Dieci minuti dopo aver fatto conoscenza eravamo già in partita.

Diciotto buche per scoprire un ottimo giocatore (hcp 4), una persona particolarmente attenta al fairplay in campo, e  allo stesso tempo desideroso di rendermi partecipe di tanti momenti di storia musicale vissuta in prima persona.

Abbiamo parlato tantissimo di Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Brian Jones dei Rolling Stones, e altri, magari più famosi, ma meno fortunati di lui (tutti morti prematuramente).

Fortunato soprattutto ad aver scoperto questo gioco. 

E’ stata proprio questa la cosa che mi ha colpito di più, la gratitudine verso il gioco che sicuramente lo ha fatto rinascere nella seconda parte della sua vita “maledetta”.

Grande amico di Phil Mickelson, avevo ricevuto anche un invito per andare a Scottsdale per giocare sul suo campo, ma non ne ho mai avuto l’occasione.

Mi ha fatto però piacere ricordarlo e condividerlo con voi, così come una della sue più famose apparizioni con il fido serpente in una pubblicità per un noto brand di attrezzature. (Che potete gustarvi qui)


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